Montreal, protocollo di
Trattato internazionale che vincola i firmatari a ridurre la produzione e l’uso di quelle sostanze che minacciano lo strato di ozono troposferico. È stato firmato nel 1987, divenendo operativo nel 1989, ed è stato modificato più volte: 1990 (Londra), 1992 (Copenaghen), 1995 (Vienna), 1997 (M.) e 1999 (Pechino). Trova fondamento sia nei contributi scientifici dei premi Nobel per la chimica F.S. Rowland e M.J. Molina, che negli anni 1970 per primi provarono il legame tra immissioni in atmosfera di sostanze refrigeranti, come i CFC (➔ clorofluorocarburi) e assottigliamento della fascia di ozono, sia negli esiti della convenzione di Vienna del 1985 (anno in cui venne per la prima volta evidenziato il cosiddetto ‘buco dell’ozono’ nell’area antartica), entrata in vigore nel 1988 dopo la ratifica da parte di 196 Stati.
Lo strato di ozono, situato nella parte alta dell’atmosfera, assorbe gran parte dei raggi solari ultravioletti, pericolosi per gli organismi. Durante gli ultimi 100 anni, lo strato si è deteriorato a causa degli effetti di lungo periodo dei composti clorurati o bromurati utilizzati dall’industria, che raggiungono la stratosfera e decompongono l’ozono. Le decisioni assunte a partire dagli anni 1980, culminate nella convenzione di Vienna e nel protocollo di M., hanno mirato a ridurre le concentrazioni in atmosfera di cloro e di bromuro: tuttavia, il ripristino dello strato di ozono su livelli soddisfacenti è atteso non prima della metà del 21° secolo.
Il principale strumento attuativo del trattato è la Conferenza delle Parti (➔ anche UNFCC), che si riunisce con cadenza annuale per valutare l’avanzamento delle azioni di contrasto e le norme applicative ed eventualmente proporre modifiche al trattato. I lavori si svolgono in due sessioni preparatorie (open ended working group), che di norma si riuniscono a Ginevra e in un Paese firmatario, poco prima dell’apertura della sessione annuale.
Il trattato riguarda 7 categorie di idrocarburi alogenati considerati responsabili della rarefazione dell’ozono; ne prevede un percorso di progressiva riduzione in vista della definitiva eliminazione. Limiti stringenti riguardano in particolare la produzione di CFC, la cui totale messa al bando è prevista per il 2030.
Il 65° incontro del comitato esecutivo si è svolto in Indonesia, a Bali, nel 2011. Vi hanno partecipato esponenti di 14 dei Paesi che siedono nel comitato, integrati da rappresentati cooptati di altri 23 Stati. Il comitato ha sancito gli accordi attuativi della prima fase di superamento delle immissioni di CFC in 26 Paesi (tra cui la loro graduale eliminazione nella produzione di solventi in Cina) e progetti di sostituzione del bromuro di metile, destinando ulteriori finanziamenti ad azioni sperimentali di phasing out e di consolidamento istituzionale. Sono stati inoltre approvati due documenti: il primo sui costi incrementali di riconversione di scambiatori di calore, il secondo sul cosiddetto ‘indicatore di impatto’.
L’indicatore di impatto è promosso dal Fondo multilaterale per l’attuazione del protocollo, costituito nel 1991 come esito della seconda riunione della Conferenza delle parti, svoltasi a Londra nel 1990. Il Fondo finanzia progetti di contrasto al deterioramento dello strato di ozono terrestre promossi da Paesi in via di sviluppo con livelli pro capite di immissione inferiori a una soglia prestabilita. Ne sono beneficiari 147 dei 196 Stati firmatari, collettivamente indicati come ‘Paesi ex articolo 5’; viene amministrato da un comitato esecutivo in cui siedono Paesi sviluppati e in via di sviluppo ed è dotato di un segretariato. Il Fondo è stato rifinanziato 8 volte, per complessivi 2,9 miliardi di dollari concessi da 45 nazioni; ha finanziato progetti di riconversione industriale e di assistenza tecnica per oltre 2,8 miliardi di dollari, convogliati in circa 7000 progetti distribuiti in 145 Paesi da 4 soggetti attuatori (tra cui la Banca Mondiale) e accordi bilaterali. Essi consentiranno l’eliminazione di oltre 460.000 t di agenti dannosi per lo strato di ozono (cosiddetto ODS, Ozone Depleting Substances).