protesi
Dispositivo o apparato artificiale rivolto a sostituire un organo (o parte di esso) o un segmento corporeo con l’intento di supplire, almeno potenzialmente, alle sue funzioni. Le forme più antiche di p. sono quelle dentarie e degli arti; i tipi di p. attualmente in uso sono molto vari e vanno da p. puramente estetiche, che riproducono la morfologia di organi superficiali (per es. il padiglione auricolare, la mammella ecc.), fino alle p. acustiche e alle p. per la ricostruzione e sostituzione di organi profondi.
Servono al ripristino della funzione di un arto o di una sua parte che risulti comunque danneggiata; possono essere classificate in p. esterne, che sostituiscono intere parti mancanti (mano, gamba ecc.), e p. interne o endoprotesi, che sostituiscono parti di ossa, legamenti o intere articolazioni. Le p. esterne possono a loro volta classificarsi in p. passive o puramente cinematiche, in cui il movimento non usufruisce di nessun apporto energetico dall’esterno, e p. attive, in cui l’energia necessaria viene fornita da un dispositivo attivo.
Possono essere fisse, cioè saldamente connesse con i denti naturali o con le mascelle (capsule metalliche, ponti, denti artificiali a perno), confezionate con diversi materiali; parzialmente mobili, cioè appoggiate oltre che sui denti residui anche sulle gengive, con larga base palatina e linguale e removibili dal portatore stesso; totalmente mobili (dentiere), applicate su una o entrambe le arcate dentarie prive di denti. Notevoli progressi si sono avuti negli ultimi decenni nell’implantologia, con l’inserimento di piccole viti (in titanio) nelle ossa mascellari e sporgenti nel cavo orale, e quindi consentendo il contatto diretto tra osso e impianto stesso, senza interposizione di sostanza intermedia.