PROTA
– Famiglia di musicisti napoletani, dalla fine del XVII al XIX secolo attivi (salvo diversa menzione) in Napoli.
Tra i primi rappresentati della famiglia si annovera Filippo, sacerdote, maestro di cappella tra l’altro in S. Giorgio Maggiore e nel Monte degli Agonizzanti in S. Maria Ancillarum, maestro di musica al conservatorio delle Figliole di S. Gennaro, organista nel monastero di S. Maria di Donna Romita.
Da Filippo ricevette i primi rudimenti musicali il nipote Ignazio, che nacque a Napoli il 15 settembre 1690 da Andrea e Domenica della Monica. Entrò al conservatorio di S. Maria di Loreto di Napoli nel 1706 ed ebbe tra i suoi maestri Gaetano Veneziano. Il 9 marzo 1713 sposò la quattordicenne Caterina d’Ambrosio, dalla quale nacquero Tommaso, Giovanni e Giuseppe. Le primissime notizie sulla sua attività di compositore risalgono agli anni Venti. In ottobre 1720 andò in scena a palazzo reale e poi nel teatro di S. Bartolomeo il Tito Manlio di Matteo Noris e Carlo Francesco Pollarolo: a detta del libretto, Ignazio Prota ha «accomodato e dirigge l’opera», per la quale ha fornito alcune arie aggiunte e «tre scene buffe». Il 19 maggio 1721 la «mmenzione pe mmuseca» La fenta fattocchiara (libretto di Agnolo Birini) andò in scena al teatro dei Fiorentini con buon esito; nel libretto il musicista risulta maestro di cappella del principe della Roccella, Vincenzo Carafa. Nel marzo successivo scrisse un «drama sagro» per la cattedrale di Salerno per «divozione di donna Teresa di Luna d’Aragona verso la ss. Vergine Addolorata» (Magaudda - Costantini, 2009, ad annum). Nel decennio successivo è documentata la «commedia per musica» La Camilla (Antonio Palomba) per il teatro Nuovo (inverno 1737). Nel 1745 il compositore perorò, con una supplica a Carlo di Borbone, una scrittura per il teatro di S. Carlo, ma la richiesta non ebbe esito. Insegnò nel conservatorio di S. Onofrio a Capuana dal 1722 sino alla morte. Fu maestro di cappella nel Monte degli Agonizzanti in S. Maria Ancillarum dal 1729, subentrando allo zio Filippo; al Monte della Madonna dei Poveri Vergognosi prestò servizio tra il 1727 e il 1731; dagli anni Venti provvide alla congregazione dei Nobili eretta nel Gesù Nuovo. Morì nel gennaio 1748.
Tommaso, primogenito di Ignazio, nacque probabilmente nel 1727. La sua formazione avvenne nel conservatorio di S. Maria di Loreto nel decennio 1738-1748. Flautista, apparve negli anni Quaranta come aggiunto nella cappella del Tesoro di S. Gennaro, per le celebrazioni settembrine organizzate all’aperto. Come operista, debuttò al teatro Nuovo nell’autunno 1748 con La moglie padrona (Liviano Latini). Risultano altre due opere sue, date fuori di Napoli: alla Valletta nel 1752 al teatro Manoel L’abate ossia Il poeta moderno, a Bologna nel carnevale 1764 al teatro Marsigli Rossi l’intermezzo di tre personaggi Il cicisbeo burlato. Le notizie intorno a Tommaso sono scarse: poiché le Sei Sonate ovvero Divertimenti da camera a 2 flauti traversieri o 2 violini con il basso furono pubblicate a Londra (circa 1760-1763) e Parigi (1775), se ne è voluta dedurre una (improbabile) presenza in queste città.
La morte dovette coglierlo dopo il 1768 (data che compare sul manoscritto dei Vespere autem sabathi conservato nel Conservatorio di Napoli).
Giuseppe, fratello minore di Tommaso, nacque a Napoli il 3 dicembre 1737. A undici anni fu ammesso al conservatorio di S. Maria di Loreto, dove studiò oboe, fagotto e flauto con Cherubino Corena, ch’egli sostituì nel 1762. Giubilato per infermità Corena, i governatori del conservatorio misero a concorso la «piazza d’istrumenti di fiato»; Giuseppe Prota risultò vincitore anche in virtù delle supplenze effettuate. Insegnò anche nel conservatorio della Pietà dei Turchini dal 1779 al 1807. Nella primavera 1770 non passò inosservato, come virtuoso, ai Mozart nel corso del loro soggiorno napoletano («Sgr. Broda Suonatore del’oboe»; Mozart: Briefe und Aufzeichnungen (1755-1776), Kassel 1962, p. 362). L’8 giugno 1778 fu arruolato come oboista nella cappella reale. In più stagioni operistiche risulta tra gli orchestrali del teatro di S. Carlo. Morì a Napoli il 21 luglio 1807.
Il 19 maggio 1755, sempre a Napoli, da Giovanni e Giuseppina Artiano nacque Gabriele. Dal 1780 fu maestro di cappella dell’Annunziata, ruolo che rivestì anche nel monastero di S. Chiara. Dai primi anni Ottanta sino al 1799 fu organista del coro di canto fermo nella real cappella. Durante l’occupazione francese (1799) fu tenente nel corpo della Guardia Civica, mansione che gli costò poi la detenzione nel ripristinato governo borbonico. Nel 1806, quando il Meridione fu nuovamente invaso dai francesi, il musicista chiese d’essere reintegrato nella cappella reale con la stessa mansione avuta in precedenza nonché di ricoprire il ruolo di primo organista. Dal 1809 fu in forze nell’organico di palazzo come 'maestro coadiutore onorario' della musica di corte e secondo organista, ruoli che poi mantenne anche all’indomani del ritorno dei Borbone nel 1815. Nel 1806 ebbe da Giuseppe Bonaparte l’incarico di maestro nel collegio delle Donzelle nell’abolito monastero di S. Sebastiano, e lo mantenne anche dopo il Congresso di Vienna; l’istituto era diretto da sua moglie, Rosalie Laurent, sposatanel 1785.
Aveva debuttato come operista nel carnevale 1784 al teatro del Pavone di Perugia con l’Ezio metastasiano. Produsse poi opere comiche su libretti di Giuseppe Palomba per i teatri di Napoli: nel 1793 diede Le donne dispettose (teatro del Fondo) e Le furberie deluse (teatro Nuovo); nel 1796 I studenti (Fondo). Invano attese la nomina a maestro di cappella del Tesoro di S. Gennaro; fu però fatto maestro straordinario nel 1796. Alcune pagine sacre sono conservate nella biblioteca del conservatorio di S. Pietro a Majella. Morì a Napoli il 22 giugno 1843.
Giovanni, figlio di Gabriele e Rosalie Laurent, nacque a Napoli intorno al 1786. Poco si sa della sua formazione, ma già nel 1803 sul palcoscenico dei Fiorentini comparve la sua commedia per musica Il servo furbo (Palomba). La regina Maria Carolina in una lettera alla figlia, l’imperatrice Maria Teresa, commentò in maniera poco lusinghiera: «Au Théâtre des Florentins on a donné un nouvel Opera il Servo furbo c’est une chose fort ennuyante la musique est de Prota et elle est assez mauvaise» (Wien, Haus-, Hof- und Staatsarchiv, Familienarchiv, Sammelbände, Karton 62, Napoli, 23/8/1803, cc. 247 s.). Nel 1810 al teatro Nuovo diede la farsa Amor del naufragio (Andrea Leone Tottola) e nel 1815 ai Fiorentini il dramma semiserio Il cimento felice (Michele Cimorelli). Fu maestro di cappella nell’Educandato dei Miracoli e scrisse un cospicuo numero di pagine sacre custodite nelle biblioteche dei conservatorii di Napoli e di Milano, del seminario arcivescovile di Napoli, e nell’archivio capitolare della cattedrale di S. Severo di Puglia. Scrisse anche diversi solfeggi (custoditi nelle medesime biblioteche) e i Principj della musica a dialogo (Napoli 1829), dedicato alla regina Maria Isabella, sposa di Francesco I di Borbone. Morì a Napoli il 13 giugno 1843.
Tra gli altri membri della famiglia Prota si segnalano: Gennaro, attivo negli anni Venti e Trenta del Settecento tra gli strumentisti straordinari del Tesoro di S. Gennaro come violoncellista (nel 1732 figura ad Aversa tra gli orchestrali della commedia per musica Prizeta correvata). Bartolomeo, violinista, fu impegnato nel 1773 nell’organico del Tesoro come aggiunto per le funzioni di settembre. Nel 1795 nelle Regole da osservarsi dall’intiero ceto dei professori di musica per l’erezione del Monte de’ sussidij figurano Ignazio (figlio di Giuseppe, che seguì le orme paterne come oboista e comparve poi a Palermo nell’organico del teatro di S. Cecilia nel 1813) e Giovanni Battista. Un Gaetano fu oboista tra il 1781 e il 1786 al S. Carlo, nel periodo in cui al primo leggio vi era Giuseppe; negli anni Settanta e Ottanta suonò come aggiunto al Tesoro di S. Gennaro.
Fonti e Bibl.: C.A. de Rosa marchese di Villarosa, Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 174; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi Conservatori, 4 voll. Napoli 1881-1883, ad ind.; M. Scherillo, L’opera buffa napoletana durante il Settecento, Napoli 1883, passim; B. Croce, I teatri di Napoli, secolo XV-XVIII, Napoli 1891, passim; S. Di Giacomo, Il Conservatorio di S. Onofrio a Capuana e quello di S. Maria della Pietà dei Turchini, Palermo 1927, passim; U. Rolandi, Musica e musicisti in Malta, Livorno 1932, p. 19; U. Prota-Giurleo, La famiglia napoletana dei Prota nella storia della musica, Milano 1957; M.F. Robinson, The governors’ minutes of the conservatory S. Maria di Loreto, Naples, in Royal Musical Association Research Chronicle, X (1972), p. 48; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, VI, 1989, p. 142; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini fino all’anno 1800, Cuneo 1990-1994, ad ind.; F. Cotticelli - P. Maione, «Onesto divertimento, ed allegria de’ popoli»: materiali per una storia dello spettacolo a Napoli nel primo Settecento, Milano 1996, ad ind.; The New Grove dict. of music and musicians (ed. 2001), XX, p. 437 s.; A.R. DelDonna, Behind the scenes: the musical life and organizational structure of the San Carlo opera orchestra in late 18th-century Naples, in Le fonti d’archivio per la storia della musica a Napoli dal XVI al XVIII secolo, a cura di P. Maione, Napoli 2002, p. 435; Domenico Cimarosa: un ‘napoletano’ in Europa, a cura di P. Maione - M. Columbro, 2 voll., Lucca 2004, ad ind.; F. Cotticelli - P. Maione, Le carte degli antichi banchi e il panorama musicale e teatrale della Napoli di primo Settecento: 1732-1733, in Studi pergolesiani, V (2006), pp. 47-49, con CD-Rom; P. Maione, Organizzazione e repertorio musicale della corte nel decennio francese a Napoli (1806-1815), in Fonti musicali italiane, XI (2006), pp. 119-173; D.A. d’Alessandro, I Mozart nella Napoli di Hamilton, Napoli 2006, p. 123; M. Columbro - P. Maione, La cappella musicale del Tesoro di San Gennaro di Napoli tra Sei e Settecento, Napoli 2008, ad ind.; Storia della musica e dello spettacolo a Napoli. Il Settecento, a cura di F. Cotticelli - P. Maione, I, Napoli 2009, ad ind.; A. Magaudda - D. Costantini, Musica e spettacolo nel Regno di Napoli attraverso lo spoglio della “Gazzetta” (1675-1768), Roma 2009, con CD-Rom, ad ind.; Spoglio delle polizze bancarie di interesse teatrale e musicale reperite nei giornali di cassa dell’Archivio del Banco di Napoli per gli anni 1726-1737, a cura di F. Cotticelli - P. Maione, in Studi pergolesiani, IX (2015), CD-Rom.