prospettiva
prospettiva [s.f. dall'agg. prospettivo] [ALG] Parte della geometria descrittiva che si propone di elaborare le regole grafiche per costruire di un qualunque oggetto reale un'immagine bidimensionale analoga a quella data dalla visione diretta; anche la tecnica di realizzazione di tale immagine, nonché l'immagine stessa, che è tracciata in genere su una superficie piana (quadro della p. o geometrale), ma che può essere disegnata anche su una superficie curva (come negli affreschi su volte, cupole, ecc.); costituisce uno dei metodi di proiezione geometrica (proiezione prospettica), partic. importante nel disegno artistico. ◆ [ALG] P. lineare: la proiezione centrale di un oggetto su un piano verticale (quadro) interposto tra l'oggetto stesso e il punto di vista V nel quale si suppone situato l'occhio dell'osservatore; a seconda che V sia situato al finito (come nella fig.), oppure all'infinito, si ha la p. centrale, o conica o propriamente detta, e la p. parallela, più nota come assonometria (→ proiezione); quando l'oggetto da rappresentare è formato da linee orizzontali non parallele al quadro, queste vengono fatte concorrere verso i rispettivi punti di fuga (metodo dei punti di fuga); nel caso vi siano linee orizzontali parallele al quadro, queste sono determinate da linee che concorrono verso i punti di distanza (metodo dei punti di distanza), mentre non si tiene conto della concorrenza delle linee verticali, che vengono rappresentate parallele tra loro. ◆ [ALG] P. volo d'uccello: impiegata nella cartografia fino all'Ottocento che rappresenta il suolo come se fosse visto sotto un angolo visuale di 45°, rivolto convenz. verso sud. ◆ Effetto di p.: (a) [LSF] generic., la distorsione della forma e delle dimensioni degli oggetti osservati, per il fatto che l'occhio li vede in p.; (b) [ASF] con signif. specifico per la posizione di una stella sulla volta celeste: v. catalogo fondamentale: I 522 e.