PROSPERO (Tiro Prosper) d'Aquitania
Scrittore ecclesiastico nato nel sud della Gallia verso il 390, morto presumibilmente verso il 460 (certo dopo il 455). Nelle polemiche sorte durante il sec. V nella Gallia meridionale, e soprattutto nei monasteri di Marsiglia e di Lerins, circa le affermazioni estreme di S. Agostino sulla questione della predestinazione e dell'efficacia del volere umano sull'initium fidei (v. semipelagianismo; predestinazione), P. fu il paladino deciso dell'agostinismo.
Venuto a contatto delle idee pelagiane verso il 428 attraverso il De correctione et gratia di Sant'Agostino, si affrettò a scrivere a S. Agostino (la lettera, che è un documento notevole per la storia del semipelagianismo, è la CCXXV dell'epistolario agostiniano; la lettera seguente, CCXXVI, è di un amico di P., Ilario, e, scritta nella medesima circostanza e al medesimo fine della precedente, ne è la logica integrazione) per informarlo dell'opposizione dei monaci marsigliesi contro le dottrine agostiniane della grazia e della predestinazione. Agostino rispose col De predestinatione sanctorum e con il De dono perseverantiae. Morto S. Agostino (agosto 430), P. continuò la lotta da solo: sono di quel periodo la sua lettera a Rufino De Gratia et de libero arbitrio e la sua opera teologica in versi (in tutto 1002 esametri) Περὶ ἀχαρίδτων, hoc est de ingratis (dove ἀχάριστος è inteso nel doppio significato di "ingrato" e "senza grazia"). Seguono cronologicamente (la suceessione cronologica di questi scritti è solo presumibile) le Pro Augustino responsiones ad excerpta Genuensium, spiegazioni fornite a due preti di Genova, Camillo e Teodoro, su nove passaggi del De praedestinatione sanctorum e del De dono perseverantiae. E quando i monaci di Marsiglia e di Lerins coneretarono le loro accuse in 15 proposizioni, P. scrisse il Pro Augustino responsiones ad capitula obiectionum Gallorum calumniantium e partì per Roma al fine di perorare la causa dell'agostinismo presso papa Celestino I (422-432). In realtà la lettera di questo all'episcopato della Gallia meridionale, pur riconoscendo l'autorità di S. Agostino, mostra che la sede di Roma non era disposta ad accettare in pieno la responsabilità di certe affermazioni sia agostiniane sia di altri padri. Intanto in Gallia la polemica prosegue e P. non esita ad affrontare direttamente i due corifei del movimento: S. Vincenzo di Lerins (Pro Augustino responsiones ad capitula obiectionum vincentiarum) e Cassiano (De gratia Dei et libero arbitrio liber contra collatorem). P. era a Roma ancora durante il pontificato di Leone Magno e a Roma certamente (verso il 451) compose una collezione di sentenze estratte dalle opere di S. Agostino e portò a termine una Cronaca che si riattacca sostanzialmente a quella di S. Girolamo e che ha interesse soprattutto per gli anni dal 425 al 455 (una prima redazione della cronaca si arrestava al 445). Teologicamente il punto di vista di P. d'Aquitania è quello espresso da S. Agostino specialmente nelle sue opere contro Giuliano d'Eclano: assoluta incapacità della natura umana a iniziare, con le sue sole forze, l'opera della fede e a praticare anche il semplice bene morale; la grazia non deve essere pertanto considerata come una ricompensa della nostra buona volontà e dei nostri meriti umani; non tutti gli uomini ricevono ugualmente (indifferenter) la grazia (v. del resto semipelagianismo). Solo per quello che riguarda la predestinazione P., a differenza di S. Agostino, ammette la predestinazione alla dannazione post praevisa demerita. Oltre le opere già citate (ed. in Migne, Patrol. Lat., LI; ediz. della Cronaca anche in Mon. Germ. Historica, Auctores antiquissimi, IX, Hannover 1892, pagina 341 segg.) ne vanno aggiunte altre, di minore importanza, in prosa e in versi. Molti scritti (fra i quali principalmente il De promissionibus et de praedictionibus Dei, in realtà opera del diacono e poi vescovo cartaginese Quodvultdeus, scolaro di S. Agostino) sono stati attribuiti a P. senza probanti motivi
Bibl.: L. Valentin, St. Prosper d'Aquitaine, Parigi 1900; O. Bardenhewer, Geschichte der altchrist. Litteratur, IV, Friburgo in B. 1924, p. 533 segg.; vedi anche predestinazione; semipelagianismo.