COLONNA, Prospero
Illustre capitano, nato nel 1452 da Antonio principe di Salerno. Partecipò attivamente alle lotte dei Colonna contro gli Orsini, onde fu dichiarato ribelle e bandito da Roma da Sisto IV nel 1482. Nella guerra di Ferrara (1482-84) operò con l'esercito di Alfonso d'Aragona, duca di Calabria, contro lo stato della Chiesa, e difese con disperata energia Paliano contro gli Orsini e Girolamo Riario (1484). Parteggiò per Innocenzo VIII nella guerra contro Ferdinando I d'Aragona, re di Napoli, seguita alla rivolta di Aquila e alla congiura dei baroni (1485-86). Dopo aver appoggiato Carlo VIII quando scese alla conquista del Napoletano, aiutò validamente Ferdinando II d'Aragona a riconquistare il regno (1495), onde da Federico fu nominato gran conestabile. Invaso nel 1501 il Napoletano dalle truppe di Luigi XII, re dí Francia, Prospero, col consenso dell'esule re aragonese, passò al servizio della Spagna, per la quale combatté sino alla morte nella guerra contro la Francia. Scelse in persona, insieme col cugino Fabrizio, i tredici campioni italiani per la disfida di Barletta (1503).
Nello stesso anno Prospero contribuì alla rotta dei Francesi al Garigliano. Fu fatto signore di Fondi, Traetto e di altre terre nel regno di Napoli da Ferdinando II il Cattolico (1504). Declinò l'invito rivoltogli da Venezia perché assumesse il comando del suo esercito nella guerra della lega di Cambrai (1509), e combatté invece contro la Serenissima nella guerra per la lega di Blois, decidendo della vittoria di Creazzo (1513). Nel 1515, capitano generale di Massimiliano II Sforza, si adoperò invano a impedire la discesa nel Piemonte delle truppe francesi mandate da Francesco I alla riconquista del Milanesêi e cadde prigioniero a Villafranca vicino a Saluzzo. Dopo la liberazione, iniziatosi nel 1521 il trentennale duello tra Francesco I e Carlo V, Prospero ebbe dall'imperatore il comando supremo del suo esercito in Italia. In quello stesso anno costrinse i Francesi a ritirarsi da Milano, e nel 1522 li sconfisse alla Bicocca e li cacciò da Genova. L'anno dopo, vecchio ed infermo com'era, cercò di contrastare all'ammiraglio di Bonnivet l'invasione del Milanese. Fu la sua ultima impresa di guerra, perché nel dicembre 1523 morì a Milano. Aveva sposato in prime nozze Covella di Sanseverino e in seconde Isabella Carafa. Ebbe due figli, Vespasiano e Laura.