proporre (proponere; la forma del pass. rem. propuosi è documentata nella Vita Nuova)
Raro nell'opera poetica, è ampiamente documentato nel Convivio e, soprattutto, nella Vita Nuova, nella cui prosa esplicativa è presente col valore di " decidere ", " deliberare ", " stabilire ", in tutti i momenti centrali della vicenda spirituale (cfr. ad es. XII 9, XIV 3; ma soprattutto XVIII 9, sul fondamentale passaggio alla celebrazione della lode di Madonna, e XLII 1, sul proponimento seguito alla mirabile visione); più in generale, ricorre sempre là dove D. rivive tale vicenda con volontà d'interprete poetico, facendone tema delle rime. Si vedano i seguenti costrutti, consueti del tono narrativo, con subordinate in forma prolettica o, prevalentemente, inserite in via parentetica: VIII 2 piangendo mi propuosi di dicere alquante parole de la sua morte; XXIII 16 sanato di questa infermitade, propuosi di dire parole di questo che m'era addivenuto; XXXIX 6 Onde io... propuosi di fare uno sonetto ne lo quale io comprendesse la sentenzia di questa ragione.
Secondo tale uso, cfr. anche III 9 (due volte), VII 2, XIV 10 (due volte), XV 3, XX 2, XXII 7, XXIV 6, XXVI 4 e 9, XXVII 2, XXXI 1, XXXII 3, XXXV 4, XXXVII 3, XL 5 (due volte), XLI 1; Cv III I 9 (in integrazione, anche nella '21 e nella Simonelli), IV I 9.
In riferimento a dispute scolastiche o intellettuali, unitamente a sostantivi quali ‛ accusa ', ‛ questione ', ecc., p. assume il valore figurato di " formulare ", " porre innanzi " perché sia oggetto di discussione o riflessione, " premettere ": Cv III IX 5 Proposta questa accusa, procedo a la scusa; IV XVI 1 Queste parole posso io qui veramente proponere; Pd XXIV 47 il baccialier s'arma e non parla / fin che 'l maestro la question propone, / per approvarla, non per terminarla, primo momento di una disputa scolastica, quando il maestro prospetta la questione al candidato, " per farla discutere, non per definirla " (Barbi: cfr. " Studi d. " XII [1927] 79-82); v. anche Cv IV X 9.
Singolare è il significato del verbo in Pd XXVIII 48 Se 'l mondo fosse posto / con l'ordine ch'io veggio in quelle rote, / sazio m'avrebbe ciò che m'è proposto, " messo innanzi ", come cibo sulla mensa, metafora del nutrimento spirituale (cfr. X 25).
Col valore di " dichiarare ", v. l'uso impersonale di p. in Cv III IX 3 si propone a che la scusa fa mestiere.
In D. si registra spesso il participio passato ‛ proposto ', prevalentemente in funzione attributiva col significato di " posto innanzi ", " premesso ": Cv I XII 1 le su proposte ragioni; II II 7 la canzone proposta (è il testo poetico che prelude al secondo trattato; cfr. VI 1, XII 8, XV 2, IV I 11, II 1); IV VII 1 le proposte oppinioni (cfr. VIII 4).