propinquo
E latinismo che ricorre in accezioni attestate anche per il latino propinquus. Indica vicinanza nello spazio, in Vn XL 3 s'elli fossero di propinquo paese, in alcuna vista parrebbero turbati.
A qualche incertezza interpretativa ha dato luogo il passo di Cv III V 20 Conviene anche che li due spazii, che sono in mezzo de le due cittadi imaginate e lo [cerchio] del mezzo, veggiano lo sole disvariatamente, secondo che sono remoti e propinqui questi luoghi: secondo il Busnelli il testo non richiede alcuna integrazione, giacché non li due spazii, cioè i due emisferi terrestri, sono più o meno remoti o vicini a questi luoghi, cioè ai poli e all'equatore, ma le varie parti di ciascuno di essi; dovrebbe perciò sottintendersi il complemento di termine " alle varie parti di essi spazi ". Di diverso parere erano stati gli editori della '21, i quali avevano inserito una a tra propinqui e questi luoghi, ma questa correzione è stata giudicata inutile anche dalla Simonelli (cfr. Contributi, in " Studi d. " XXXI [1953] 112 ss.), la quale, pur accogliendo la lezione dell'archetipo, propone un'interpretazione diversa di quella del Busnelli (" la veduta del sole svaria a seconda che questi luoghi... e cioè li spazi che sono in mezzo de le due cittadi imaginate e lo cerchio del mezzo, siano più remoti o propinqui al suddetto cerchio... cioè all'equatore "). Altri esempi in If XVII 36, Pd IX 38, XXXII 119 (dove ricorre il superlativo propinquissimi, che è forma di uso corrente nel latino del tempo, attestata, sia pure nell'accezione estensiva di " il più diretto ", anche in Mn I IV 5). Con il significato di " vicino ", ‛ propinquus ' compare in VE I XV 8 dicimus... civitates metis Ytaliae... sedere propinquas.
In due casi vale " prossimo nel tempo ": Vn XI 2 quando ella fosse alquanto propinqua al salutare, uno spirito d'amore... pingea fuori li deboletti spiriti del viso; Pg XXXIII 41 io veggio... / a darne tempo già stelle propinque; commenta con finezza il Mattalia: " vicine, nel loro girare, al predetto punto del loro moto: e del moto è funzione il tempo ".
Alle accezioni già illustrate si riallacciano due esempi, nei quali p. è usato in senso estensivo: Cv II V 8 puotesi contemplare la somma e ferventissima caritade de lo Spirito Santo; e questa mira l'ultima gerarchia, la quale, più propinqua, a noi porge de li doni che essa riceve.
Secondo la ripartizione delle Intelligenze celesti in tre gerarchie qui adottata da D., quella formata dagli Angeli, Arcangeli e Troni è la prima quanto al nostro salire a loro altezza (§ 6), è cioè " la più vicina " alla materia in quanto, esercitando direttamente su essa la sua influenza, la attua nelle forme che la distinguono.
Estensivo è anche il valore di Cv II XV 7 forte fu l'ora che la prima demonstrazione di questa donna entrò ne li occhi de lo 'ntelletto mio, la quale fu cagione di questo innamoramento propinquissima: la prima dimostrazione filosofica penetrata nell'intelletto di D. fu l'occasione " prossima ", " immediata " del suo innamoramento per la Filosofia; più che prossimità nell'ordine temporale, p. qui indica l'immediatezza di una scoperta intellettuale presentatasi al pensiero senza esser preceduta, idealmente o cronologicamente, da un'altra forma di conoscenza che la mediasse.
In senso figurato vale " stretto ", " intimo ": Vn XXIII 12 era meco di propinquissima sanguinitade congiunta; Cv I XII 7 fanno li primogeniti succedere solamente [aprono la successione solo a favore dei...]; sì come più propinqui e perché più propinqui, più amati. Come sostantivo vale " congiunto per parentela ": Pg XIII 150 cheggioti... / che a' miei propinqui tu ben mi rinfami; Rime dubbie VII 10.