PRONOMO (Πρόνομος)
Flautista tebano, noto per la dolcezza delle sue melodie, maestro di Alcibiade.
I concittadini, per onorarlo, gli elevarono una statua (Paus., iv, 27, 7; e ix, 12, 5). È raffigurato nel registro inferiore del grande cratere a volute, a figure rosse, con rappresentazione di dramma satiresco da Ruvo, conservato al Museo Nazionale di Napoli.
Il Beazley attribuisce il vaso al Pittore di Pronomos (v.), che dipinge secondo la maniera del Pittore di Nikias. La figura di P. è quella centrale, seduta su un'ampia seggiola; l'artista è coronato di alloro. Veste un chitone manicato ed un mantello, e suona il flauto, accompagnato dai coreuti che si affollano intorno (v. vol. i, fig. 1141).
Bibl.: H. Heydemann, Die Vasensammlungen des Mus. Nat., Neapel, Berlino 1872, n. 3240, p. 546 ss.; J. D. Beazley, Red-fig., p. 849, E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., Monaco 1923, tav. 575; R. M. Cook, Greek Painted Pottery, Londra 1960, p. 300. Per il problema delle iscriz. coregiche, v. H. v. Geisau, in Pauly-Wissowa, XXIII, i, 1957, col. 748, s. v., n. 4.