pronomi personali ridondanti [prontuario]
La ridondanza pronominale (del tipo a me mi pare) è caratteristica della produzione linguistica orale informale (➔ colloquiale, lingua) e risponde a un’esigenza pragmatica di intensificazione dell’informazione, attestabile già, di là dalle diverse tipologie, nell’italiano dei secoli scorsi (per il Decameron di Boccaccio, cfr. Stussi 1995 e Vitale 2002).
Nell’italiano contemporaneo, di là dalla dislocazione (alla sinistra del verbo: il treno lo prendo alle 9.15, o alla sua destra: lo prendo alle 9.15, il treno; ➔ dislocazioni), che ricorre spesso anche nello scritto, il più evidente e, perlomeno negli scritti scolastici, biasimato esempio di ridondanza pronominale è il tipo a me mi, che ricorre in particolare coi verbi psicologici (piacere, sembrare, persuadere, convincere, soddisfare, ecc.; ➔ psicologici, verbi). Il costrutto, estraneo a contesti formali, risulta più accettabile se i due pronomi sono separati da vari elementi:
(1) a me questa situazione che si è venuta a creare non mi piace proprio
Accanto a questo tipo di dislocazione si può ricordare quello con ne, che, diversamente dal precedente, è obbligatorio in alcuni casi, ad es. quando il pronome riprende un complemento ➔ partitivo:
(2) ne dice di stupidaggini → di stupidaggini, ne dice
mentre l’omissione appare possibile o comunque non scorretta se ne si riferisce a un argomento retto dal verbo:
(3) di andarmene, non ne voglio sapere → ?di andarmene, non voglio sapere
Con avere il pronome ci è perlopiù facoltativo:
(4) c’ho fame → ho fame
Accanto a sì, ce l’ho, in risposta a una domanda come hai la penna?, si può anche avere, al Nord e in Toscana, sì, l’ho.
Superfluo è anche il pronome detto di vantaggio (chiamato anche benefattivo) con verbi il cui soggetto è semanticamente beneficiario dell’azione espressa, come, ad es., con mangiare, bere e vedere:
(5) a. mi mangio una pizza
b. si è bevute tre birre
c. mi vedo un bel film
che talora si estende anche a soggetti diversi da quelli indicati dal pronome, come nella frase il bambino non mi dorme, attribuibile a un genitore, o mio marito non mi mangia, attribuito a una moglie, ecc. (➔ pronominali, verbi).