PRONOIA (Πρόνοια)
Epiteto di Atena, alla quale era dedicato un tempio, secondo quanto è tramandato dalla tarda tradizione scoliastica, ἐν τῶ ἀκρῷ τῆς ᾿Αττικῆς, cioè al Capo Sunio o, più verosimilmente, al Capo Zoster. L'appellativo viene spiegato col fatto che Atena soccorse Leto in preda alle doglie del parto, guidandola dall'Attica a Delo. Il culto di Atena P. è infatti testimoniato a Delo e a Delfi; più tardi l'epiteto fu interpretato nel senso di dea della saggezza e della previdenza divina, ed è ad essa che Alessandro Magno innalzò un altare passato l'Hyphasis (Philostr., Vita di Apollonio di Tiana, ii, 43).
Come divinità autonoma P. è raffigurata sulle monete imperiali di Alessandria dell'età di Adriano, Commodo, Pertinace, in veste di figura femminile stante, con chitone e peplo, con la destra protesa e lo scettro nella sinistra. Altre volte P. ha una corona, sorregge nella mano destra la Fenice e nella sinistra un lungo scettro obliquo e un lembo del mantello; ovvero tiene sollevato con entrambe le mani il globo terrestre. Sempre in alcune serie monetali alessandrine oltre che su alcuni esemplari, pure risalenti ad età imperiale romana, di Antiochia e di Cesarea di Cappadocia compare, associata a raffigurazioni varie, l'iscrizione ΠΡΟΝΟΙΑ ΘΕΩΝ.
Bibl.: Höfer, in Roscher, III, 2, 1897-909, c. 3119-3122, s. v.; J. Eckhel, Doctrina numorum veterum, IV, Vienna 1794, pp. 54, 77, 81; W. Wroth, Catalogue of the Greek Coins of Galatia, Cappadocia, and Syria in the British Museum, Londra 1899, p. 192, n. 346, tav. XXIII, 10; G. Macdonald, Catalogue of Greek Coins in the Hunterian Collection, University of Glasgow, III, Glasgow 1905, pp. 444, n. 308, tav. LXXXVII, ii; 485, n. 572, tav. LXXXIX, 6; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 19112, pp. 752, 863.