PROMAGISTRO
. In Roma, nell'età repubblicana, si ebbero non dei promagistri veri e proprî, ma delle promagistrature. Quando il numero dei magistrati rivestiti di imperium divenne insufficiente per comandare gli eserciti e governare le provincie si crearono dei promagistrati, prorogando i poteri ai magistrati effettivi al di là del loro anno di carica. La prorogatio cessava automaticamente se il promagistrato fosse rientrato, per qualsiasi motivo, entro le mura di Roma. Nell'Impero si ebbero promagistri, supplenti dei magistri effettivi dei varî collegi sacerdotali, funerarî e corporativi. Conosciamo dalle iscrizioni promagistri del collegio dei pontefici, degli Arvali, dei XV viri sacris faciundis. Per lo più il magister degli alti collegi sacerdotali era l'imperatore stesso; il promagister, che aveva funzioni effettive di capo del collegio, era eletto fra i membri più autorevoli del collegio stesso. Le società finanziarie dei publicani, costituite per l'esazione dei tributi delle imposte nelle provincie, erano amministrate da un magister, residente in Roma, gerente della società e direttore del personale. Questi magistri societatum avevano alle loro dipendenze dei promagistri distaccati nei luoghi di esazione.