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programmazione modulare

Enciclopedia della Matematica (2013)
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programmazione modulare


programmazione modulare tipo di programmazione in cui si prevede l’organizzazione del programma principale in varie parti, dette moduli, sviluppate in maniera autonoma per essere poi inserite nel programma generale. Ogni modulo ha un proprio compito specifico e finalità che possono essere generalizzabili a programmi differenti e consiste in una → funzione o una → procedura create dal programmatore. Quando l’accesso al modulo diventa molto frequente e utile in contesti e programmi differenti, si preferisce strutturare il modulo come elemento di una libreria, ossia di una collezione ordinata di programmi più vasta che possa essere richiamata ogni volta che si renda necessario. All’interno del programma principale il richiamo del modulo è realizzato attraverso le apposite specifiche, ossia conoscendo il numero e il tipo di variabile da usare, il flusso dei dati attivato dal modulo e l’indirizzo (locazione) di reperimento del modulo stesso. Quando la libreria non è presente nel computer in cui il programma viene eseguito, appare un messaggio di errore in fase di installazione o di esecuzione. Il punto cruciale della programmazione modulare è l’aggiornamento della libreria: se per qualsiasi motivo anche un solo elemento di essa viene modificato, l’intera libreria deve essere aggiornata e ridistribuita a tutti gli utenti che ne fanno uso corrente. Spesso questa operazione viene fatta connettendosi alla rete Internet. La struttura a moduli, già presente nei primi linguaggi di programmazione, ha anticipato la → programmazione a oggetti, che ne rappresenta a tutt’oggi la punta più avanzata.

Vedi anche
subroutine In informatica, lo stesso che sottoprogramma, ossia programma (generalmente breve) che può essere richiamato, anche più volte, dal programma principale per risolvere un problema specifico e frequente, agevolando così la programmazione e facendo risparmiare spazio di memoria. In alcuni contesti si considerano ... libreria In informatica, collezione di funzioni, generalmente affini, utilizzabile da altri programmi, previo collegamento della stessa. In base al tipo di collegamento con il programma che le usa, si parla di l. statiche o dinamiche: le procedure di una l. statica vengono copiate nell’applicazione che le richiama ... programma Enunciazione particolareggiata, verbale o scritta, di ciò che si vuole fare, di una linea di condotta da seguire, degli obiettivi a cui si mira e dei mezzi con cui si intende raggiungerli. Economia Nella costituzione di una società per azioni, illustrazione dello scopo sociale, del capitale occorrente ... linguàggio di programmazióne In informatica, insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati. Esistono l. di p. di alto livello e di basso livello: i primi permettono al programmatore di lavorare su vere e proprie operazioni logiche, ...
Tag
  • LINGUAGGI DI PROGRAMMAZIONE
  • PROGRAMMAZIONE A OGGETTI
Vocabolario
modulare¹
modulare1 modulare1 agg. [der. di modulo]. – Relativo a un modulo (nel suo sign. primo e più generale), basato su un modulo, e quindi anche costituito dal vario accostamento di elementi (detti essi stessi elementi m.) che ripetono le misure,...
modulare²
modulare2 modulare2 v. tr. [dal lat. modulari o modulare, der. di modŭlus: v. modulo] (io mòdulo, ecc.). – 1. In musica: a. Far passare la voce o i suoni da una tonalità a un’altra. b. Regolare l’intensità e il timbro della voce nel canto,...
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