profugo climatico
loc. s.le m. Chi è costretto ad abbandonare la propria terra a causa di disastri climatici.
• ieri all’Urban Center c’era un «testimonial» di eccezione: padre Alex Zanotelli, che in Africa ha speso una vita fra gli ultimi. «Gli esperti ormai concordano che nei prossimi anni l’innalzamento climatico sarà di 3 o 4 gradi. Per l’Africa vuol dire che tre quarti del territorio verrà desertificato e ci saranno 250 milioni di profughi climatici. Gente costretta a fuggire, non perché vuole migrare, ma perché sarà costretta» ha ricordato Zanotelli. (Gigi Zoppello, Adige, 19 agosto 2011, p. 30, Rovereto) • Ogni giorno, milioni di persone perdono terra, fonti d’acqua, cibo, e rischiano di trasformarsi in veri e propri profughi climatici. Secondo un rapporto della Banca Mondiale le conseguenze del cambiamento climatico potrebbero portare alla povertà oltre 100 milioni di persone entro il 2030. E queste comunità si trovano nelle regioni più svantaggiate del pianeta. In gioco, quindi, c’è anche la giustizia sociale. (Carlo Petrini, Repubblica, 27 novembre 2015, p. 40, Commenti) • dal 2008 al 2015 sono state 202,4 milioni le persone sfollate: di queste 31,1 milioni, il 15%, per eventi geofisici, come eruzioni e terremoti, ma ben 172,3 milioni per eventi atmosferici esasperati dal global warming. Più «profughi climatici» che di guerra, insomma. (Luca Liverani, Avvenire, 2 dicembre 2016, p. 8, Attualità).
- Composto dal s. m. profugo e dall’agg. climatico, ricalcando l’espressione ingl. climate refugee.
> ecoprofugo, eco-rifugiato, migrante ambientale, profugo ambientale, rifugiato climatico.