PROFILASSI (dal gr. προϕύλαξις "protezione, preservazione")
Termine medico che designa un insieme di norme intese a evitare le malattie. A differenza della terapia, che tende a curare i mali costituiti, la profilassi cerca di prevenirli; comprende quindi la cosiddetta medicina preventiva e in senso lato s'identifica con l'igiene. La perfezione dei sistemi profilattici è un portato della civiltà. I vantaggi che ne derivano possono essere immensi. I risultati di gran lunga più brillanti si hanno nella prevenzione delle malattie infettive, come quelle la cui causa, quando sia bene individuata, può essere meglio combattuta. Esclusivamente di questa profilassi delle malattie infettive intendiamo parlare in questo luogo. In pratica provvedimenti profilattici possono essere presi: per accordi internazionali, oppure dai singoli stati, o dalle autorità municipali; o, infine, dai singoli individui, famiglie o aggregati diversi. La profilassi internazionale è specialmente diretta contro il colera, la peste, la febbre gialla. L'ultima conferenza internazionale di Parigi (1926) ha sancito l'obbligo reciproco della notifica di malattie altamente diffusibili, e proposto la creazione di organismi internazionali di sanità, facenti capo alla Società delle nazioni. La profilassi nazionale è fondata sulla legislazione od ordinamento sanitario che provvede alla protezione dei confini di terra e di mare (uffici sanitarî portuarî per l'esame delle navi in arrivo; stazioni sanitarie marittime per l'isolamento e disinfezione delle navi infette: in Italia le stazioni dell'Asinara in Sardegna, e di Poneglia presso Venezia), e alla difesa interna, attuata dalle provincie e dai comuni.
La profilassi delle malattie infettive può essere specifica - cioè particolarmente appropriata a una determinata infezione - o generica, cioè diretta in generale contro le più svariate infezioni. In ogni caso le norme profilattiche possono consistere:
a) in provvedimenti che tendono più specialmente a distruggere o eliminare i germi patogeni nell'ambiente: onde le innumerevoli tecniche di disinfezione dei varî substrati o veicoli di infezione. Si hanno così i varî mezzi di sterilizzazione di materiali infetti, quali le deiezioni dei colerosi, tifosi, dissenterici; gli escreti dei tubercolosi polmonari, dei difterici; il pus e le medicazioni delle ferite settiche; le acque inquinate che possono rendersi potabili; gli ambienti dove hanno soggiornato malati come tisici, scarlattinosi, difterici; i varî alimenti eventualmente contaminati quali il latte, la carne, i vegetali. Si può sterilizzare, cioè uccidere i microbi: col calore (a secco intorno a 170°; a umido con la semplice ebollizione, o a temperature più elevate in autoclave); con i raggi luminosi o ultravioletti; con sostanze chimiche (antisettici) quali le soluzioni iodate, i fenoli, il formolo, il sublimato, l'acido cianidrico, la soda, ma, soprattutto nell'igiene personale, l'alcool comune e le soluzioni saponose; con mezzi meccanici quali la filtrazione dei liquidi attraverso speciali candele porose, o quali anche la semplice spazzatura, lavatura, battitura dei panni. Quando la disinfezione è diretta contro veicoli animali, quali pidocchi, cimici, zecche o simili grossi parassiti si parla di disinfestazione. Il mezzo di sterilizzazione va adattato al materiale da disinfettare (liquido, solido, deteriorabile, resistente al calore) e ai germi da distruggere (germi resistenti sporificati come il tetano; germi labili come quelli del colera o della sifilide).
b) Non meno efficaci possono essere i procedimenti profilattici che tendono a sopprimere o limitare la diffusione dei germi patogeni nell'ambiente. Si ottiene questo in svariatissimi modi secondo le malattie. Se l'infezione è contagiosa, cioè disseminata dall'uomo stesso, che rappresenta il maggior pericolo, si provvede: con la denuncia obbligatoria dei casi di malattia; con l'isolamento dei malati, dei sospetti di malattia o di contagio, dei sani particolarmente esposti come infermieri, medici, ecc.; isolamento che può essere fatto a domicilio, in ospedali, in lazzaretti.
Se l'infezione è trasmessa dall'ambiente si provvede alla bonifica del medesimo, mediante buone fognature, buone condotture di acqua potabile, costruzioni di abitazioni aerate, solatie e asciutte (la grande maggioranza dei microbi patogeni sono paragonabili ai funghi e per vivere richiedono: oscurità, umidità e detriti organici, cioè rifiuti, spazzature, sporcizie in genere, da utilizzare come alimento), eliminazione delle acque stagnanti ove pullulano le zanzare malarigene, applicazione di reti per difendersi dagl'insetti alati; sorveglianza dei generi alimentari, ov'è endemica la febbre ondulante, il tifo, ecc.
c) Infine lo studio delle malattie infettive ha dimostrato che i microbi patogeni, anche i più temibili, non riescono spesso ad attaccare un organismo sano e ben portante; onde hanno assunto grandissima importanza profilattica tutte quelle norme igieniche generali che contribuiscono a mantenere gl'individui in condizioni di normalità funzionale, e quindi di massima resistenza alle infezioni (v. predisposizione), come la buona alimentazione, il lavoro regolato, l'abitazione igienica, ecc.
Tutti i popoli civili tendono ad avvicinarsi, nei limiti delle loro possibilità, a questo ideale igienico, mediante lo sviluppo della cosiddetta igiene sociale, che procede di pari passo con il perfezionarsi dell'igiene individuale; questa è espressione pratica della coscienza igienica, la quale si deve considerare come uno dei più fedeli esponenti del grado di civiltà raggiunto da un popolo.
d) Dobbiamo per ultimo ricordare che si può ottenere in certi casi un'efficace profilassi rendendo gl'individui refrattarî alle infezioni mediante le cosiddette "vaccinazioni" tra le quali la più antica e più valida è pur sempre quella antivaiolosa. Esistono vaccinazioni antitifiche, anticoleriche, utili nei casi di grandi masse esposte all'infezione; vaccinazioni antidifteriche, che si vanno diffondendo, sieroprofilassi del tetano, che si pratica nelle ferite inquinate lacero-contuse. Diffusissime sono le vaccinazioni nella medicina preventiva veterinaria contro svariatissime infezioni del bestiame, dei cavalli, ecc.