proferire (proferere; pass. rem. III singol. proferse)
Verbo raro, di uso poetico, documentato esclusivamente nella Commedia.
D. se ne avvale, in assoluto, unicamente in Pd III 6 leva' il capo a proferer più erto, nel senso di " parlare ", " emetter la voce " (per la morfologia, cfr. Petrocchi, ad l.: " la forma con la doppia anche in codici fiorentini, ma sembra più opportuno non discostarsi dai due di Francesco di ser Nardo, da altri toscani, da tutti i settentrionali ecc.; profferir erir poi in Laur 40 3 "); col significato di " esprimere ", " manifestare ", " palesare ", lo usa in unione con sostantivi: senno (If XXIX 132 l'Abbagliato suo senno proferse: " dare aperta prova ", " dimostrare con evidenza ", detto con pungente ironia); voglia (Pd XXVI 103 Sanz'essermi proferta / da te, la voglia tua discerno); ver (XXVIII 136 tanto secreto ver profese / mortale in terra: col valore di " rivelare ", in senso religioso).
Per l'uso latino del termine, v. PROLATIO.