PROCULO
Giureconsulto, successore di M. Cocceio Nerva: ebbe rinomanza anche superiore al maestro; in un rescritto (Dig., XXXVII, 14, de iure patr., 17) è designato come non levis auctor; ma l'alta sua autorità è soprattutto rivelata dal fatto che diede il nome alla scuola a cui apparteneva (v. proculeiani). Nulla si conosce della sua vita; neppure il nome completo ci è noto, perché il gentilizio Sempronio, attribuitogli da qualche autore, deriva da una scorretta lezione di un passo del Digesto (Dig., XXXI, de leg. et fid., 47). Non scrisse opere organiche, per quanto ci consta, ma epistulae in undici libri (l'Indice fiorentino ne segna soltanto otto), che contengono responsa e quaestiones; inoltre notae ai Posteriores Labeonis.
Bibl.: P. Krueger, Geschichte der Quellen, ecc., 2ª ed., Monaco e Lipsia 1912, p. 167; T. Kipp, Geschichte der Quellen, 4ª ed., Lipsia ed Erlangen 1919, p. 117; P. De Francisci, Storia del dir. rom., II, i, Roma 1929, p. 355.