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PROCOPIO di Gaza

di Vittorio De Falco - Enciclopedia Italiana (1935)
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PROCOPIO di Gaza

Vittorio De Falco

Nei secoli V e VI d. C., Gaza diviene uno dei più famosi centri di studio. Vi fiorisce una scuola retorica, a cui accorrono giovani perfino da Atene; vi si coltivano, non senza influenza del neoplatonismo alessandrino, i generi sofistici, cioè le esercitazioni allora in uso, le cosiddette dialexeis, meletai, ekphraseis, etopee; vi si compongono panegirici, discorsi funebri, epistole per le più svariate circostanze. Capo di questa scuola è Procopio. Sulle vicende della sua vita c'informano le sue lettere, l'elogio che di lui scrisse il suo maggiore scolaro e poi suo successore, Coricio, nonché Fozio nella sua Biblioteca (cod. 160, 206, 207).

P. nacque probabilmente nell'ultimo decennio del sec. V; sappiamo che visse 62 anni. Studiò in Alessandria, dove si segnalò ben presto per la sua oratoria, così che ebbe inviti da parecchie città, Berito, Antiochia, Tiro; ma preferì prendere stabile dimora nella sua patria, da cui si allontanò solo per un breve soggiorno a Cesarea. Non partecipò attivamente alle lotte politiche e religiose del suo tempo; ma si dedicò tutto all'insegnamento e alla composizione delle sue opere. Queste sono di vario genere e si riferiscono a quasi tutti i rami del movimento culturale di Gaza.

P. scrisse molte esercitazioni retoriche, di cui un discreto numero era fino a poco tempo addietro attribuito a Coricio, e fra le quali assai interessante per l'arte e la meccanica antica è una ekphrasis che descrive un orologio. Compose, oltre a metafrasi omeriche, anche monodie in versi, come quella, perduta, per il terremoto di Antiochia del 526, e quella, di dubbia autenticità, per la distruzione della chiesa di S. Sofia in Costantinopoli (557). Le 136 epistole, di cui alcune dirette ai fratelli Zacaria, Filippo e Vittore, vertono su svariati argomenti, ma sempre di carattere personale, senza importanza storica. Discorso di occasione è il Panegirico dell'imperatore Anastasio I, tenuto in Gaza fra il 512 e il 515, per l'inaugurazione di una statua del monarca. Dopo aver enumerato le varie opere di Anastasio, l'oratore conclude addirittura con un confronto fra lui e i grandi dell'antichità. Più importante appare l'attività di P. nell'esegesi biblica. Egli commentò parecchi scritti dell'Antico Testamento (i Proverbî, il Cantico dei Cantici, ecc.). La trattazione rappresenta il tipo caratteristico dell'esegesi bizantina: sono esposte e confrontate prima le opinioni degl'interpreti anteriori e poi quella dell'autore. A. Mai pubblicò un frammento di un'opera teologica di P. diretta contro il neoplatonico Proclo; si è poi riconosciuto che gran parte, se non tutta l'opera, si trova riprodotta fedelmente nel trattato di Nicolao, vescovo di Metone (sec. XII), sulla teologia di Proclo.

Stilisticamente P. è un atticista puro, che ha molta cura della forma, applicando perfino quella che fu detta legge delle clausole ritmiche. La fama di P. rimase sempre viva in tutto il Medioevo; e nelle antologie le sue sentenze trovarono posto accanto a quelle dei classici, sia nel sec. VII (Massimo Confessore), sia nel IX (Fozio), sia nel XIV (Macario Crisocefalo nel Roseto).

Ediz.: Migne, Patrologia Graeca, vol. 87. Le epistole anche in Hercher, Epistologr. Gr., p. 533 segg. (v. L. Galante, in Studi ital. di filol. cl., XI, 1903. p. 17 segg.). - Nuove ediz.: H. B. Dewing (ed. Loeb), I, II (1914-16); il panegirico dell'imperatore Anastasio, da C. Kempen (Diss., Bonn 1918); la descrizione dell'orologio, da H. Diels, in Abh. der preuss. Akad. d. Wissenschaft, Philol.-hist. Kl., 1917, n. 7.

Bibl.: K. Seitz, Die Schule von Gaza, diss., Heidelberg 1892; K. Kirsten, Quaestiones Choricianae, Breslavia 1894, p. 8 segg.; L. Eisenhofer, Procopius von Gaza, Friburgo 1897; L. Galante, Studi sull'Atticismo, Firenze 1904, p. 53 segg.; A. W. de Groot, Untersuchungen zum byzant. Prosarhythmus. Prokopios von Gaza, Groninga 1918.

Vedi anche
retorica L’arte del parlare e dello scrivere in modo ornato ed efficace. 1. Le origini e l’età antica 1.1 La Grecia. L’arte retorica (➔ oratoria) nasce in Sicilia, a Siracusa, con Corace e l’allievo Tisia (5° sec. a.C.), sotto lo stimolo della necessità oratoria, incrementata dalla lotta politica e dalle controversie ... Enèa di Gaza Enèa di Gaza. - Scrittore greco cristiano (5º sec. d. C.), uno dei maestri della scuola retorica di Gaza. Discepolo del neoplatonico Ierocle, scrisse un fortunato dialogo Teofrasto contro le teorie pagane della preesistenza e trasmigrazione dell'anima; lasciò anche 25 Lettere di vario contenuto. Platóne Platóne (gr. Πλάτων, lat. Plato). - Filosofo greco (Atene 428 o 427 a. C. - ivi 348 o 347). Era di famiglia agiata e nobile; la tradizione racconta che gli era stato inizialmente imposto il nome del nonno, Aristocle, e che quello di Πλάτων gli fu dato più tardi con scherzosa allusione al suo esser πλατύς ... politica Il complesso delle attività che si riferiscono alla ‘vita pubblica’ e agli ‘affari pubblici’ di una determinata comunità di uomini. Il termine deriva dal greco pòlis («città-Stato») e sulla scia dell’opera di Aristotele Politica ha anche a lungo indicato l’insieme delle dottrine e dei saperi che hanno ...
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    Esegeta (n. Gaza - m. 530 circa). È uno dei maggiori rappresentanti della scuola cristiana di Gaza; della sua attività di retore secondo le norme del puro atticismo abbiamo un panegirico dell'imperatore Anastasio I; della sua opera esegetica abbiamo commenti biblici in forma di "catene". Compose inoltre ...
Vocabolario
òcchio di civétta
occhio di civetta òcchio di civétta locuz. usata come s. m. – Altro nome della pianta primavera (Primula vulgaris).
pan di sèrpe
pan di serpe pan di sèrpe locuz. usata come s. m. – Nome comune delle erbe note in botanica come gigaro.
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