PROCOPIO di Gaza
Nei secoli V e VI d. C., Gaza diviene uno dei più famosi centri di studio. Vi fiorisce una scuola retorica, a cui accorrono giovani perfino da Atene; vi si coltivano, non senza influenza del neoplatonismo alessandrino, i generi sofistici, cioè le esercitazioni allora in uso, le cosiddette dialexeis, meletai, ekphraseis, etopee; vi si compongono panegirici, discorsi funebri, epistole per le più svariate circostanze. Capo di questa scuola è Procopio. Sulle vicende della sua vita c'informano le sue lettere, l'elogio che di lui scrisse il suo maggiore scolaro e poi suo successore, Coricio, nonché Fozio nella sua Biblioteca (cod. 160, 206, 207).
P. nacque probabilmente nell'ultimo decennio del sec. V; sappiamo che visse 62 anni. Studiò in Alessandria, dove si segnalò ben presto per la sua oratoria, così che ebbe inviti da parecchie città, Berito, Antiochia, Tiro; ma preferì prendere stabile dimora nella sua patria, da cui si allontanò solo per un breve soggiorno a Cesarea. Non partecipò attivamente alle lotte politiche e religiose del suo tempo; ma si dedicò tutto all'insegnamento e alla composizione delle sue opere. Queste sono di vario genere e si riferiscono a quasi tutti i rami del movimento culturale di Gaza.
P. scrisse molte esercitazioni retoriche, di cui un discreto numero era fino a poco tempo addietro attribuito a Coricio, e fra le quali assai interessante per l'arte e la meccanica antica è una ekphrasis che descrive un orologio. Compose, oltre a metafrasi omeriche, anche monodie in versi, come quella, perduta, per il terremoto di Antiochia del 526, e quella, di dubbia autenticità, per la distruzione della chiesa di S. Sofia in Costantinopoli (557). Le 136 epistole, di cui alcune dirette ai fratelli Zacaria, Filippo e Vittore, vertono su svariati argomenti, ma sempre di carattere personale, senza importanza storica. Discorso di occasione è il Panegirico dell'imperatore Anastasio I, tenuto in Gaza fra il 512 e il 515, per l'inaugurazione di una statua del monarca. Dopo aver enumerato le varie opere di Anastasio, l'oratore conclude addirittura con un confronto fra lui e i grandi dell'antichità. Più importante appare l'attività di P. nell'esegesi biblica. Egli commentò parecchi scritti dell'Antico Testamento (i Proverbî, il Cantico dei Cantici, ecc.). La trattazione rappresenta il tipo caratteristico dell'esegesi bizantina: sono esposte e confrontate prima le opinioni degl'interpreti anteriori e poi quella dell'autore. A. Mai pubblicò un frammento di un'opera teologica di P. diretta contro il neoplatonico Proclo; si è poi riconosciuto che gran parte, se non tutta l'opera, si trova riprodotta fedelmente nel trattato di Nicolao, vescovo di Metone (sec. XII), sulla teologia di Proclo.
Stilisticamente P. è un atticista puro, che ha molta cura della forma, applicando perfino quella che fu detta legge delle clausole ritmiche. La fama di P. rimase sempre viva in tutto il Medioevo; e nelle antologie le sue sentenze trovarono posto accanto a quelle dei classici, sia nel sec. VII (Massimo Confessore), sia nel IX (Fozio), sia nel XIV (Macario Crisocefalo nel Roseto).
Ediz.: Migne, Patrologia Graeca, vol. 87. Le epistole anche in Hercher, Epistologr. Gr., p. 533 segg. (v. L. Galante, in Studi ital. di filol. cl., XI, 1903. p. 17 segg.). - Nuove ediz.: H. B. Dewing (ed. Loeb), I, II (1914-16); il panegirico dell'imperatore Anastasio, da C. Kempen (Diss., Bonn 1918); la descrizione dell'orologio, da H. Diels, in Abh. der preuss. Akad. d. Wissenschaft, Philol.-hist. Kl., 1917, n. 7.
Bibl.: K. Seitz, Die Schule von Gaza, diss., Heidelberg 1892; K. Kirsten, Quaestiones Choricianae, Breslavia 1894, p. 8 segg.; L. Eisenhofer, Procopius von Gaza, Friburgo 1897; L. Galante, Studi sull'Atticismo, Firenze 1904, p. 53 segg.; A. W. de Groot, Untersuchungen zum byzant. Prosarhythmus. Prokopios von Gaza, Groninga 1918.