PROBO (M. Aurelius Probus)
1°. - Imperatore romano. Nacque a Sirmium in Pannonia il 19 agosto 232; aveva il comando militare delle province d'Oriente allorché nel 276 fu proclamato imperatore dai soldati contro Floriano. Durante il suo regno combatté continuamente contro i barbari che sul Reno, sul Danubio e nella penisola balcanica minacciavano i confini dell'Impero. Alla fine del 281 ritornò a Roma per celebrarvi il trionfo. Fu ucciso nel 282 presso Sirmium dai suoi soldati insofferenti della disciplina cui P. li sottoponeva.
Malalas (xii, 302, 4) lo descrive come pingue, con i capelli tagliati corti, barba ispida e begli occhi. Dopo morto gli furono erette statue e templi (Hist. Aug., 23) e si ha notizia anche di una sua statua presso Verona, che sarebbe stata colpita dal fulmine (ibid., 24).
Le monete, salvo lievi varianti dovute alle diverse zecche di emissione, mostrano in complesso il ritratto di un uomo sui cinquant'anni, dalla testa alquanto allungata, dove la linea del cranio si incontra quasi ad angolo retto con la linea della fronte, collo lungo, viso piuttosto magro, fronte alta e rugosa, naso lungo e diritto, barba tagliata corta che incornicia tutto il volto, capelli corti, mento piccolo, nuca arrotondata. Le prime emissioni coniate ad Antiochia si distaccano subito da quelle precedenti di Tacito e Floriano; in altre zecche invece, come in quella di Siscia, e generalmente nelle prime emissioni delle zecche occidentali, il ritratto risente della precedente immagine di Floriano, nella forma della testa piuttosto larga e nel profilo. A Roma, dal 278, si ha l'immagine definitiva, che poi si impone anche nelle altre zecche.
Un ritratto di P. è conservato nella testa colossale del Museo Capitolino (Catalogue, p. 306, n. 66, tav. 75), già da alcuni (Bernoulli, H. S. Jones) assegnata a Diocleziano e riconosciuta come P. dal Delbrück. A P. il L'Orange ha attribuito anche due bronzi del Museo Civico di Brescia, che il Poulsen aveva assegnato a Claudio Gotico. Il Poulsen invece riconosce come P. altri due bronzi del medesimo museo. Il confronto con le monete sembra far preferire l'identificazione del Poulsen. L'immagine monetale di P., salvo le varianti dovute allo stile diverso delle varie zecche, ha un profilo più slanciato, col naso lungo e dritto, che meglio corrisponde al busto di Brescia n. 5-6 del Poulsen.
Bibl.: Henze, in Pauly-Wissowa, II, 1896, cc. 2516-2523, s. v. Aurelius, n. 194; II A, Prosopographia Romani Imperii, 2a ed., I, n. 1583; A. Calderini, I Severi. La Crisi dell'Impero nel III sec., Bologna 1949, p. 214 ss.; J. J. Bernoulli, Röm. Ikon., II, 3, p. 188 ss.; R. Delbrück, Bildnisse Römischer Kaiser, Berlino 1914, tav. XXXVII; K. Kluge e K. Lehmann-Hartleben, Grossbronzen, Berlino e Lipsia 1927, II, p. 49 s., fig. 5-8; F. Poulsen, Porträtstudien in Nord-italienischen Provinz-Museum, Copenaghen 1928, p. 28 ss., n. 3-6, figg. 54-61; M. P. L'Orange, Studien zur Geschichte des spätantiken Porträts, Oslo 1933, p. 99, fig. 90 e 92; Katalog, p. 121, n. 46; R. Delbrück, Die Münzbildnisse von Maximinus bis Carinus, Berlino 1944, p. 167 ss., tav. 26-28; G. Bovini, Osservazioni sulla ritrattistica romana da Treboniano Gallo a Probo, in Mon. Ant., XXXIX, 1943, p. 356 ss. Monete: H. Cohen, Monn. Emp., VI, p. 252 ss.; F. Gnecchi, I medaglioni romani, Milano 1912, I, p. 9 ss., tavv. 3, 16-17; 4, 1-3; II, p. 115 ss., tavv. 119-121; H. Mattingly-E. A. Sydenham, The Roman Imperial Coinage, V, 2, Londra 1933, p. i ss., tav. I-V.