convenienza, principio della
Nel pensiero di Leibniz, il principio (detto anche del meglio) al quale è ispirata la volontà di Dio, in quanto fondamento delle verità di fatto. Dio avrebbe potuto scegliere uno qualunque degli infiniti mondi possibili ma, guidato dalla sua infinita sapienza e bontà, ha scelto quello che, come organismo di compossibili, realizza il massimo di perfezione; tutti gli elementi del mondo (ideale in Dio, reale fuori di Dio) sono, quindi, così intimamente legati da una mirabile armonia che ciascuno implica in sé tutti gli altri e, di conseguenza, nelle verità di fatto il legame che unisce il soggetto al predicato non è né arbitrario (come in Cartesio) né logicamente necessario (come in Spinoza), ma razionale. In virtù del principio della c. si dimostra quindi che anche nei giudizi sintetici il soggetto contiene il predicato, ma secondo una necessità morale piuttosto che logica (come nei giudizi analitici), che inclina ma non costringe, e non esclude pertanto la contingenza.