DANUBIANI, PRINCIPATI
. Espressione, di carattere geografico, ma entrata nell'uso diplomatico verso la metà del sec. XIX, per indicare quei popoli del basso Danubio, soggetti alla dominazione turca, che aspiravano all'indipendenza e vennero costituiti, appunto, in "principati", più o meno autonomi. In senso stretto, Principati danubiani erano quelli di nazionalità romena, della Moldavia e Valacchia; ma più largamente quella parola indicò anche quelli slavi di Serbia e di Bulgaria. I primi ad avere un'"amministrazione autonoma", a conferma di una semindipendenza nominale, goduta nei secoli precedenti, furono quelli, politicamente distinti, di Moldavia e Valacchia (1826). L'autonomia della Serbia fu riconosciuta diplomaticamente nella pace di Adrianopoli del 1829; la Bulgaria divenne principato indipendente molto più tardi, nel 1879.
Il titolo ufficiale di Principati danubiani compare, la prima volta, al Congresso di Parigi del 30 marzo 1856, dopo la guerra di Crimea. In questa pace, la Moldavia e la Valacchia, che la Russia aveva occupate a più riprese nelle sue guerre con la Turchia, furono reintegrate nei loro privilegi sotto la sovranità turca e con la garanzia collettiva delle grandi potenze. La Turchia però fu obbligata a mantenervi un'amministrazione indipendente e nazionale, con piena libertà di culto, di legislazione, di navigazione e di commercio. Le leggi e gli statuti vigenti dovevano essere riveduti. A questo scopo, fu istituita una commissione che si sarebbe dovuta riunire a Bucarest, per proporre le basi del nuovo ordinamento, e fu stabilito che la popolazione sarebbe stata interrogata sugli interessi del paese a mezzo di "divani" (consigli nazionali), uno della Moldavia, a IaŞi, l'altro della Valacchia, a Bucarest. I Signori (ospodari), Ghika della Moldavia e Stirbey della Valacchia, furono sostituiti da governatori provvisorî (caimacan). Il congresso aveva discusso pure il problema dell'unione dei due principati in uno stato. La Francia e la Sardegna, erano state favorevoli. Ma l'opposizione recisa della Turchia, della Russia, dell'Austria, dell'Inghilterra impedì la soluzione di questo problema nazionale.
La commissione si raccolse a Bucarest, nel 1857. L'ambiente, dominato dalla generazione giovane, pervasa da spirito nazionalista, memore del fatto storico che i due principati erano stati già uniti nel 1599 sotto Michele il Bravo, era apertamente favorevole all'unità. Nel medesimo anno, furono eletti i due "divani" entrambi fautori dell'unione. Ma l'unione non fu raggiunta ancora per la resistenza della Turchia, sicura d'essere sostenuta dall'Inghilterra. Nel maggio 1858, la Conferenza di Parigi fu chiamata a compilare la Convenzione diplomatica per l'ordinamento dei Principati, che ebbero il titolo ufficiale di Principati uniti di Moldavia e Valacchia. Di comune però essi non avrebbero dovuto avere altro che il titolo e una commissione centrale permanente (art. 3), con sede a FocŞani (al confine moldo-valacco), che doveva preparare leggi comuni ai due paesi; per il resto avrebbero avuto governi separati, due assemblee elettive e due ospodari nominati a vita dalla rispettiva assemblea.
Gli unionisti dei due principati fecero ben presto giustizia dell'ibrida costituzione, e nel gennaio 1859, nel procedere alla prima elezione di un principe, concentrarono, tanto a IaŞi quanto a Bucarest, i loro voti sul nome del colonnello romeno Alessandro Cuza, che divenne principe col nome di Alessandro Giovanni I. La Turchia protestò, appoggiata dal governo austro-ungarico; ma le potenze occidentali, compreso il Piemonte, e la Russia, considerando che la Convenzione non vietava, in fondo, l'elezione di uno stesso principe, indussero la Turchia a convalidare, in via eccezionale, l'elezione del Cuza, che, del resto, s'era impegnato all'atto della sua elezione, a promuovere l'unione dei principati sotto un principe straniero. I Romeni e il principe insistettero nei loro voti di unione, finché il sultano, cedendo ai consigli delle potenze occidentali, accettò l'unione temporanea dei principati, con un ministero e una camera unici: e il 2 dicembre 1861 abolì la Commissione centrale, e stabilì come legge fondamentale l'unione effettiva dei due principati, in uno nuovo di Romania, ma soltanto per la durata del governo di Alessandro Giovanni I. Il 9 dicembre 1861 il principe proclamò la creazione dello stato unitario di Romania.
Bibl.: J.C. Baratiano, Mémoire sur la situation de la Molde-Valachie dpeuis le traité de Paris, Parigi 1858; A. Ubicini, La question des Principautés devant l'Europe, Parigi 1858; C. Duveyrier, L'Autriche dans les principautés danubiennes, Parigi 1858; A. Lévy, Napoléon III et les principautés roumaines, Parigi 1858; G. Petrescu e D.C. Sturdza, Actes et documents relatifs à l'histoire de la régénération de la Roumanie, voll. 8, Vienna 1888-1902; A.D. Xenopol, Histoire des Roumains, voll. 2, Parigi 1896.