RICCITELLI, Primo
RICCITELLI, Primo (all’anagrafe Pancrazio). – Nacque a Cognoli di Campli, in provincia di Teramo, il 9 agosto 1875, da Giuseppe, piccolo proprietario terriero, e da Maria Maiaroli.
Iniziò giovanissimo gli studi musicali grazie a uno zio parroco, don Carlo, dal quale venne affidato alle cure di Nicola Dati, allora maestro di cappella in cattedrale a Teramo. La decisione di presentarsi a Pietro Mascagni fu presa di intesa con lo zio nel gennaio del 1896, quando a Teramo fu data per la prima volta Cavalleria rusticana. Malgrado i superati limiti d’età del ragazzo, Mascagni accettò di accoglierlo nella sua classe di composizione al liceo musicale di Pesaro (forse come privatista), frequentata in quegli anni anche da Riccardo Zandonai. Riccitelli non conseguì il diploma a causa di contrasti tra l’amministrazione comunale e Mascagni, impegnato in lunghe tournées all’estero, tuttavia nel 1903 avrebbe ricevuto da questi un diploma manoscritto (cfr. Aurini, 1999, p. 18). Fu ancora Mascagni ad assicurargli un contratto con l’editore Sonzogno per Maria sul monte, leggenda lirica in due atti (libretto di Carlo Zangarini; Milano, Teatro Carcano, 8 luglio 1916), mai in seguito ripresa, ma salutata con interesse dal critico Guido M. Gatti. L’influsso del maestro, impegnato in quegli anni in una difficile sintesi di verismo e simbolismo, fu decisivo per tutta la restante produzione di Riccitelli e si protrasse in maniera evidente quantomeno sino al 1921, anno in cui il musicista teramano avrebbe collaborato alla strumentazione del Piccolo Marat di Mascagni.
Nel 1919 l’impresario Augusto Laganà lo scritturò per quella che risultò poi la sua opera più fortunata, I compagnacci, commedia lirica in un atto (libretto di Giovacchino Forzano), ambientata nella Firenze di Girolamo Savonarola, composta nel 1920, ma rappresentata solo in seguito a un concorso governativo (Roma, Teatro Costanzi, 10 aprile 1923; ripresa anche a New York, Metropolitan, stagione 1923-24, con Beniamino Gigli ed Elisabeth Rethberg nelle parti di Baldo e Anna Maria). Accolta trionfalmente, eseguita anche alla Scala di Milano nel 1923 insieme a Salome di Richard Strauss, l’opera venne poi allestita solo sporadicamente nel dopoguerra (nel 1962 fu severamente stroncata da Guido Pannain; Il Tempo, 20 aprile). Nell’immediato, il successo dei Compagnacci convinse Walter Mocchi a commissionare a Riccitelli altre due opere, delle quali solo la prima, Madonna Oretta, commedia lirica in tre atti (libretto di Forzano), venne portata a termine e messa in scena (Roma, Teatro dell’Opera, 4 febbraio 1932): per quanto più ricca e matura della precedente nella scrittura, l’opera ottenne solo tiepidi consensi. Rientrato in Abruzzo, Riccitelli si trascinò nella composizione, interrotta al secondo atto, di un Capitan Fracassa, commedia lirica in quattro atti (libretto di Giuseppe Maria Viti da Théophile Gautier): fu l’epilogo, per certi versi autobiografico, di un uomo ormai profondamente sfiduciato.
Morì il 27 marzo 1941 a Giulianova (Teramo). Nel 1925 aveva sposato Iside Marziani, dalla quale non ebbe figli.
Oltre alle opere edite si ricordano, del periodo pesarese (1896-1903), le seguenti composizioni, tutte perdute e difficili da datare (cfr. Aurini, 20022, pp. 106-108): Francesca da Rimini, opera in tre atti sui versi della tragedia di Silvio Pellico; Lory, melodramma in tre atti (libretto proprio); Heremus, o forse più propriamente Eremos, poema sinfonico per soli, coro e orchestra (Zangarini); Nena, scena lirica siciliana in un atto; Suor Maddalena, bozzetto mistico drammatico. Del periodo milanese (1904-32): Madonnetta (Luigi Illica), mai realizzata per divergenze interne alla casa Sonzogno (1907); Giuliano, incompiuta (datazione incerta); un Intermezzo sinfonico, eseguito a Teramo nel marzo del 1920, anch’esso mai recuperato. Della produzione vocale da camera si conservano: Deh non guardarmi, romanza per tenore e pianoforte (Antonio Spera; 1899); M’amasti mai?, romanza per soprano e pianoforte (Enrico Panzacchi; non datata). Allo stesso genere musicale appartiene inoltre Chiamatelo destino, melodia per soprano e pianoforte (Panzacchi; 1872), in Album vocale. Al maestro Pietro Mascagni, i suoi allievi nel giorno del suo onomastico, Trieste 1901 (riedita in Albia. Rivista illustrata abruzzese-molisana, I, gennaio-febbraio 1924, 1, pp. 56-59).
Fonti e Bibl.: Teramo, Biblioteca provinciale Melchiorre Delfico, Fascicolo Riccitelli del Fondo di Partiture Musicali Varie (b. 70): vi si conservano, fra l’altro, alcuni fogli autografi del terzo atto di Madonna Oretta e copia fotostatica del manoscritto autografo della romanza Deh non guardarmi, datata Bellante ottobre 1899 (in P. Riccitelli, Tre liriche per voce e pianoforte, a cura di S. Paolini Merlo); Teramo, Biblioteca dell’Istituto Gaetano Braga, A.III.78: manoscritto autografo di P. Riccitelli, M’amasti mai?, romanza per soprano e pianoforte, versi di Enrico Panzacchi, senza luogo né data; G.M. Gatti, Il primo passo d’un operista abruzzese, in Orfeo, 23 luglio 1916; P. R. I compagnacci. Guida attraverso la commedia e la musica, a cura di R. De Rensis, Milano 1923; A. Gasco, “Madonna Oretta” di Forzano e Riccitelli al Teatro Reale, in La Tribuna, Roma 5 febbraio 1932; F. Manocchia, Verità sul “Capitan Fracassa”, in Il Messaggero dell’Abruzzo, 7 marzo 1952; G. Pannain, Verismo e dodecafonia in tre opere sintetiche. Novità musicale al Teatro dell’Opera, in Il Tempo, Roma 20 aprile 1962; F. Nicolodi, Musica e musicisti nel ventennio fascista, Fiesole 1984, pp. 452 s.; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, VI, Torino 1988, p. 328; Casa Musicale Sonzogno. Cronologie, saggi, testimonianze, II, Cronologia delle opere, a cura di M. Morini - P. Ostali jr., Milano 1995, pp. 711-714; F. Aurini, I Compagnacci, Teramo 1999 (in partic. Id., I Compagnacci. Le vicissitudini di un’opera. La vita del suo autore, pp. 7-49); W. Tortoreto, Teramo musicale tra Ottocento e Novecento, in Musica e società a Teramo, a cura di A. Marino - A.M. Ioannoni Fiore - C. Ortolani, Colledara 1999, pp. 209 s.; R. Aurini, Dizionario bibliografico della gente d’Abruzzo, a cura di F. Eugeni - L. Ponziani - M. Sgattoni, Colledara 20022, ad ind.; C. Ortolani, s.v., in Gente d’Abruzzo. Dizionario biografico, a cura di E. Di Carlo, Castelli 2007, ad ind.; A. Sessa, Il melodramma italiano, 1901-1925, Firenze 2014, pp. 765-767.