LEVI, Primo
Scrittore, nato il 31 luglio 1919 a Torino dove si è laureato in chimica. Nel 1943 venne catturato dai nazisti e nel marzo del 1944 deportato ad Auschwitz. Liberato nel gennaio del 1945, rientrò in Italia dopo un lungo viaggio attraverso l'Europa orientale. Lavora come chimico a Torino. Il primo libro di L., Se questo è un uomo (1947: dal libro l'autore ha ricavato, in collaborazione con P. Marché, un testo teatrale), appartiene al filone memorialistico sottoposto a un particolare processo di rielaborazione nella chiave di un'asciutta cronaca e di una spietata denuncia condotta a partire dalla cruda realtà del documento. Tra le due possibilità interne all'ispirazione neo-realista ferma talora al puro dato fotografico e volta, in altre versioni, a uno sforzo d'interpretazione problematica di esso, L. sceglie decisamente la seconda strada, configurando l'esperienza del lager non solo nella riproduzione esterna dei fatti, ma piuttosto nei risvolti segreti di disumana deformazione psicologica indotta dall'atrocità delle condizioni di vita.
L'esperienza dell'interminabile odissea del rimpatrio ispira il secondo libro di L., La tregua (1963), in cui la nettezza dei contorni del documento cede a un più vario e mosso comporsi della narrazione su una gamma di tonalità che va dall'angoscia e dall'ossessione del ricordo percepito come tuttora operante, a un alleggerimento tra comico e ironico della drammaticità degli eventi, raggiunto soprattutto attraverso gl'indugi descrittivi. I successivi racconti, raccolti in Storie naturali (1966) e pubblicati sotto lo pseudonimo di Damiano Malabaila, segnano un passaggio dalla riproduzione documentaria in chiave autobiografica ai moduli astratti ed emblematici della fantascienza. Tuttavia, al di là del rovesciamento stilistico, permane nell'opera di L. una volontà d'indagine e di denuncia che si esercita ormai sul problema dell'assetto futuro della società umana e del ruolo assegnato all'uomo all'interno di quell'assetto, qual è già percepibile nello stesso presente.
Analoga la formula dei racconti raccolti in Vizio di forma (1971), in cui i risvolti ironici e satirici già presenti nelle Storie naturali si accentuano e finiscono per costituire il tono effettivo e dominante della narrazione, articolata in una sorta di "scherzi" paradossali impiegati su un duplice versante, quello del libero giuoco compositivo e quello, sotteso a tutta l'opera di L., emblematico di una complessa situazione umana. Tra letteratura e scienza si muove la sua ultima opera, Il sistema periodico (1975).
Bibl.: G. Manacorda, Storia della letteratura italiana contemporanea (1940-65), Roma 1967; W. Pedullà, La letteratura del benessere, Napoli 1968; G. Ferretti, La letteratura del rifiuto, Milano 1968; F. Vincenti, Invito alla lettura di P. Levi, ivi 1973; W. Mauro, P. Levi, in I Contemporanei, ivi 1974; M. Petrucciani, P. Levi: la simbolizzazione chimica, in Scienza e letteratura nel secondo Novecento, ivi 1978, pp. 91-94.