cino-giapponese, prima guerra
Conflitto combattuto nel 1894-95, che oppose l’impero cinese della dinastia Qing al Giappone. Dal punto di vista della Cina, mostrò l’insufficienza delle riforme introdotte dal cd. autorafforzamento; dal punto di vista del Giappone Meiji, fu il primo grande successo militare frutto della modernizzazione, ma il suo esito mise anche in evidenza la debolezza che gli derivava dall’isolamento diplomatico. Sul piano della storia militare questa guerra diede una importante conferma a inficiare il principio che vedeva le grandi navi da battaglia come il fattore decisivo negli scontri navali. Inoltre esso determinò, con la rinuncia da parte della Cina al vassallaggio della Corea, la decadenza del sistema «sinocentrico» che aveva regolato fino ad allora i rapporti fra i Paesi dell’Asia Orientale; il trattato di pace di Shimonoseki (17 apr. 1895) fu concluso secondo i criteri del diritto internazionale europeo e non secondo le forme tradizionali in Estremo Oriente, rigettate dal Giappone. Infine, con questo episodio il Giappone diventò una delle potenze dotate di territori sul continente e di diritti sul territorio cinese. La guerra rappresentò il punto di arrivo della cd. questione coreana. L’impero cinese desiderava mantenere il vassallaggio sulla Corea, ove era iniziata la penetrazione giapponese e si erano verificate due gravi crisi nel decennio predente, seguite dal Trattato di Tianjin fra Tokyo e Pechino nel 1886. Nello stesso tempo le potenze europee, specialmente la Russia, erano interessate ai porti coreani, importanti per le comunicazioni fra i loro possedimenti in Estremo Oriente e l’Europa. La rivolta dei Tonghak, ricca di sfumature xenofobe, spinse il Giappone a proporre senza successo progetti congiunti di riforme in Corea alla Cina, finché nell’estate del 1894, dopo altri incidenti e l’invio di truppe di entrambi i Paesi nella penisola, si giunse alla guerra, peraltro voluta da una parte del governo nipponico. Le forze di tipo moderno cinesi vennero sconfitte per terra e nella battaglia del Mar Giallo, rendendo possibile l’invasione dell’impero Qing e sollecitando tentativi di mediazione da parte delle potenze straniere, che condussero ad aprire trattative di pace e alla prima bozza del trattato di Shimonoseki, il quale comprendeva la piena indipendenza della Corea e la cessione della penisola del Liaodong, con la fortezza di Lüshun (Port Arthur) al Giappone, che l’aveva conquistata. Il 22 aprile 1895, però, col cd. intervento delle tre potenze, la Russia, appoggiata dalla Germania e dalla Francia, uscì dall’inerzia e intimò al Giappone la restituzione del Liaodong. Dopo un’articolata discussione interna, e aver cercato l’aiuto di altre potenze, fra cui l’Italia, constatata la mancanza di alleati, il Giappone il 4 maggio cedette. Col trattato di Shimonoseki ottenne, fra l’altro, la cessione di Taiwan e delle isole Penghu (Pescadores) e un’indennità di guerra di 350 milioni di yen, destinata a diventare un onere pressoché insostenibile per l’impero Qing.