presocratici
Pensatori del primo grande periodo della filosofia greca, antecedente all’età che vide affermarsi la speculazione socratico-platonica. Essi non sono quindi, in senso rigorosamente cronologico, soltanto i pensatori antecedenti a Socrate, ma piuttosto i pensatori antecedenti a Platone, fatta eccezione per Socrate stesso. Il termine si è imposto nell’uso soprattutto per effetto dell’opera di H. Diels, che, costituita la silloge delle testimonianze e dei frammenti di tali pensatori, ancora fondamentale, la intitolò Fragmente der Vorsokratiker (la 1ª ed. è del 1903, cui sono seguite molte altre curate, dopo la morte di Diels, da W. Kranz; l’ed. più completa è la 6ª, 1951-52; trad. it. I presocratici. Testimonianze e frammenti); la raccolta comprende i testi del più antico pensiero religioso greco, della scuola ionica, dell’eraclitismo e dell’eleatismo, quelli dei pluralisti, e infine, in appendice, dei sofisti. Presso un certo indirizzo storiografico, sempre più discusso negli ultimi anni, il termine presocratico ha acquistato, inoltre, anche un senso pertinente al generale orientamento e al contenuto delle dottrine di questi pensatori, indicando tutta quella fase della riflessione antica che prospetta in primo luogo il problema della natura, variamente cercando di spiegare l’origine e l’essenza delle cose (da qui la denominazione di fisiologi), mentre nella fase socratica sarebbe il problema dell’uomo a porsi in primo piano; in questa prospettiva la definizione di presocratici sarebbe evidentemente inadeguata se riferita ai sofisti.