preposizioni davanti a nomi e titoli [prontuario]
Diversi ➔ nomi e ➔ titoli (di opere, film, libri, ecc.) italiani hanno, come parte integrante l’➔articolo determinativo (L’Aquila, I promessi sposi). Tale struttura appare spesso nel titolo di molti quotidiani e periodici: «il manifesto», «Il Messaggero», e anche di case editrici: «il Mulino» (si noti, per inciso, la singolare oscillazione delle maiuscole). Quando tali denominazioni sono precedute da ➔ preposizioni si creano diversi tipi di esitazioni e dubbi.
Le soluzioni sono tre.
(a) La soluzione tradizionale consiste nello scindere la preposizione dall’articolo riducendola alla forma di ‘radice’: in diventa ne, di diventa de, ecc. In tal modo il titolo rimane integro e l’articolo si evidenzia come suo componente: un articolo de La Stampa; compare ne La Stampa; una pagina de I promessi sposi. Le preposizioni che non variano, componendosi, nella forma, rimangono tali e quali: scrivo a La Stampa, esce con La Stampa, ecc.). Tale soluzione, praticata in epoche precedenti, è oggi sentita come burocratica e di fatto accantonata.
(b) La soluzione precedente non è apprezzata da tutti anche perché ne e de isolatamente non esistono. Si rimedia allora lasciando la preposizione nella forma indipendente e l’articolo separato in La Stampa, una pagina di I promessi sposi. Questa soluzione, benché più logica della precedente, è del tutto inusitata.
(c) La soluzione più frequente oggi consiste nel fondere la preposizione con l’articolo del titolo, scrivendo dunque una cronaca della Stampa, una pagina dei Promessi Sposi, andiamo all’Aquila. In tali casi l’inconveniente sta nel fatto che l’articolo che è parte del nome della testata viene attratto dalla preposizione e può non risultare chiaro che invece fa parte del titolo. Ma la grafia è molto più coerente con la pronuncia.
Come accennato, queste accortezze valgono per:
(a) titoli di opere letterarie, pittoriche, musicali, ecc.: Manzoni è l’autore de I Promessi Sposi; si badi, però, che quando il riferimento è metonimico (l’autore per le opere), preposizione e articolo possono fondersi: nel Manzoni delle Odi si ritrovano […];
(b) toponimi: lavoro a L’Aquila;
(c) nomi commerciali, di ristoranti e simili: l’accoglienza de L’Alveare;
(d) denominazioni ‘onorifiche’, soprattutto con soprannomi a valenza d’antonomasia: un libro su Il Migliore (Palmiro Togliatti).