PREPOSITINO da Cremona
PREPOSITINO (Praepositinus, Prepositivus) da Cremona. – Nacque probabilmente tra il 1140 e il 1150 circa, secondo un riferimento implicito fornito da una lettera di Innocenzo III (PL, CCXV, Paris 1855, col. 43); una notizia fugace da parte di Ottone di Saint-Blaise, nell’anno 1194 (MGH, Scriptores, XX, Hannover 1868, p. 326), ne confermerebbe l’ipotesi.
Alberico di Tre Fontane suggerisce l’origine lombarda di Prepositino (MGH, Scriptores, XXIII, Hannover 1874, p. 891) e alcuni manoscritti (Lacombe, 1927, p. 4) indicano Cremona come suo luogo di origine, sebbene la pur completa documentazione notarile della città non fornisca alcuna indicazione di riscontro.
La sua formazione fu prevalentemente teologica, contraddistinta da un giudizio negativo sui nuovi studi; tuttavia, il disprezzo per i dialettici non gli impedì di recepire attentamente la Logica aristotelica e di conoscere gli studi prettamente grammaticali, non più di matrice chartriana. Non dovettero, inoltre, mancargli nozioni approfondite di diritto, che gli avrebbero consentito di ricoprire importanti incarichi diplomatici.
Studiò alla scuola della prima generazione di allievi di Pietro Lombardo ricevendo, probabilmente durante il cancellierato di Pietro Comestore (1164-78), il grado di magister a Parigi, se consideriamo che vi insegnò nel decennio successivo – affiancando Alano di Lilla e Pietro di Poitiers – e nel 1193 è ancora segnalato come maestro di teologia (Paris, Bibliothèque nationale, Lat. 9753, c. 10v). Rolando da Cremona, primo fra i predicatori a insegnare a Parigi, cita Prepositino – con il quale disputa di frequente – come «auctor celeberrimus» (Cremascoli, 1975, pp. 834 s.) accanto a Guglielmo d’Auxerre.
Del tutto incerta la partecipazione attiva di Prepositino contro gli eretici, come lascerebbe tuttavia intendere un passo della Summa Aurea di Guglielmo d’Auxerre (Grabmann, 1957, p. 553), così come opinabile l’attribuzione (Borst, 1959) al maestro parigino di una Summa contra hereticos (Garvin - Corbett, 1958) – databile alla fine del XII secolo per i riferimenti alla radicata eresia passagina – che ne rivelerebbe l’impegno antiereticale contestuale, sebbene altrove il Prepositino dei sermoni (Salzbourg, Bibliothèque de Saint-Pierre, VI-32, c. 57) conosca e citi alcuni errori propri del catarismo.
Fu uno degli ultimi maestri secolari di Parigi, la cui importanza per la seconda scolastica coincise in parte con il tentativo, riuscito, di codificare la teologia parigina operando una mirabile sintesi della doctrina communis dei maestri parigini operanti nel terzo quarto del XII secolo (Hödl, 1960, pp. 276-289). La dottrina di Prepositino, sebbene intrattenga relazioni feconde con il patrimonio dogmatico a lui precedente, costituisce comunque una novità assoluta sotto il profilo speculativo, offrendo un’impostazione strutturale e questioni dottrinali assolutamente originali (Angelini, 1972). Così le summae dialettico-teologiche della ‘Frühscholastik’ – per le quali «hiis temporibus Petrus cantor Parisiensis, et Alanus et Prepositinus magistri claruerunt» (MGH, Scriptores, XX, cit., p. 326) – prepararono la strada alle summae filosofico-teologiche proprie della scolastica matura.
Risulta impropria l’attribuzione a Prepositino della raccolta delle Quaestiones (Praepositini Cremonensis Tractatus de officiis, 1969, pp. XII s., n. 9), che pur rappresentano un modello della forma di insegnamento praticato a Parigi nella seconda metà del XII secolo. Anche della brevissima Summa de poenitentia iniungenda (ante 1193) è stata dimostrata l’attribuzione errata a lui (Chacòn, 1990).
Nel 1195 Prepositino fu chiamato come scolastico a Magonza (Böhmer, 1886, XXX, n. 313, II, p. 97) dove svolse incarichi di fiducia per la S. Sede. Fu giudice nel 1196 in una controversia riguardante l’esenzione del monastero di Pegau, in Sassonia (MGH, Scriptores, XXIII, cit., p. 203); nel 1198 fu chiamato, assieme al vescovo di Bamberga, a ufficializzare la scomunica al vescovo di Hildesheim Corrado – insediatosi autonomamente nella diocesi di Würzburg – qualora questi non avesse immediatamente ubbidito alle ingiunzioni di Roma (A. Potthast, Regesta Pontificum Romanorum, I, Berlin 1874, nn. 352, 942); infine, alla morte (1200) di Corrado, arcivescovo di Magonza, sostenne l’eletto dal Capitolo, Liupoldo, vescovo di Worms, contro le direttive di Roma (PL, CCXIV, Paris 1855, col. 964), procurandosi, nell’aprile del 1203, dopo un’inchiesta del legato tedesco del papa, un severo monito da parte di Innocenzo III (Potthast, nn. 1881-1882), in seguito al quale rinunciò volontariamente ai benefici ecclesiastici ricevuti; fu sostituito come scolastico a Magonza in quello stesso anno (Potthast, n. 2044).
Come liturgista, Prepositino ebbe molta fortuna e il suo Tractatus de officiis (a cura di J.A. Corbett, 1969) – composto, con ogni probabilità, proprio durante le attività che lo videro impegnato a Magonza (ante 1198) – fu largamente diffuso e utilizzato, tanto da confluire in maniera preponderante nel Rationale divinorum officiorum di Durando di Mende, uno dei più noti trattati liturgici della Chiesa in età medievale. Dopo un prologo in cui si pone un parallelo tra le quattro stagioni e la storia biblica della salvezza, l’autore descrive il senso simbolico dell’ufficio annuale e giornaliero della Chiesa. Il riferimento costante, spesso in maniera letterale, è il Liber officialis del liturgista carolingio Amalario e alcuni paralleli sono riscontrabili anche con il Rationale di Giovanni Beleth, mentre un uso estensivo, benché originale, per forma e contenuti, viene fatto della Gemma animae di Onorio.
La Summa super Psalterium, ugualmente databile durante il servizio a Magonza, si presenta come un commento ai salmi 1-59, secondo la tradizione dei commentari inaugurata dai maestri parigini della fine del XII secolo, fortemente influenzata dalla Magna glosatura di Pietro Lombardo. Essa fece abbondante uso del De officiis, suggerendo, assieme ad altri utili riferimenti interni, come data di composizione gli anni 1196-98. Tale opera appare, a sua volta, strettamente legata all’opera Collecta ex distinctionibus Praepositini (München, Staatsbibliothek, lat. 4784, cc. 164-175), la quale deve essere ritenuta una breve collezione di commenti scritturali – sul modello della Summa Abel di Pietro il Cantore – tratta dalla perduta opera delle Distinctiones (Moore, 1936, pp. 92 ss.).
Dal 1206 Prepositino fu insignito – nonostante i complicati trascorsi – della prestigiosa carica di cancelliere dell’Università di Parigi (H. Denifle, Chartularium Universitatis Parisiensis, I, Paris 1889, p. 65) e non mancò di svolgere, contestualmente, nel maggio di quell’anno, un’attività come giudice delegato del papa negli affari del monastero di St-Jean-en-Vallée di Chartres (Merlet, 1906, p. 73). Durante i tre anni intensi di cancellierato, Prepositino non dovette essere coinvolto in altre preoccupazioni istituzionali documentate, sebbene sia segnalato un suo impegno diplomatico ancora nel marzo del 1209 (Merlet, 1906, p. 81); avrebbe bensì atteso, per il suo secondo soggiorno parigino, alla composizione dei Sermones, in tutto 78 nelle collezioni più complete (Schneyer, 1972, pp. 870-876).
Rappresentante di una nuova tendenza, identificabile nella Sprachlogik – ossia una teologia terministica basata su una grammatica filosofica dei nomi divini, dei quali si prendono in esame legittimità, uso e significato – Prepositino, facendo proprio il modello delle prime sistematizzazioni assiomatiche della teologia espresse dalle regulae dei maestri parigini di fine XII secolo, si pose come valida alternativa alle contraddizioni pericolosamente spalancate dall’ontologia porretana.
La sua principale opera, composta tra il 1190 e il 1194, è la Summa Theologica – di ampia diffusione manoscritta (Landgraf, 1956, p. 192) – il cui metodo del pro et contra dovette rappresentare un modello di riferimento prossimo, e assurto a sistema organico, per la teologia del XIII secolo, come le numerose citazioni dell’opera del maestro parigino da parte dei nomi più influenti della grande scolastica possono confermare; fu di fatto l’unico tra i maestri parigini della fine del XII secolo a essere così tanto citato (Grabmann, 1957, pp. 562 ss.), sebbene le sue sintesi siano principalmente oggetto di confutazione. Dopo un breve prologo, i quattro libri dell’opera – la cui ripartizione schematica risente molto delle importanti novità apportate da Pietro di Poitiers al modello offerto da Pietro Lombardo – trattano rispettivamente di Dio e della Trinità, della creazione, dei peccati e delle virtù, dei misteri cristologici e, infine, dei sacramenti. L’opera, frutto di redazioni successive nel passaggio dalla disputatio orale alla quaestio scritta, non va considerata un mero commentario alle Sententiae di Pietro Lombardo, bensì una summa teologica autonoma, il cui metodo – procedendo secondo classificazioni generali circa genere e numero dei vocaboli usati nel discorso su Dio – presenta le forme e i contenuti di un legittimo e autonomo linguaggio teologico di cui la grammatica offre le regole di base.
Prepositino si offrì come modello di un’alternativa ortodossa di osservanza agostiniana per tutti i dottori parigini, l’erede di Pietro Lombardo per seguito e popolarità, benché non sia stato un teologo di grandissimo livello; infatti, egli seppe sostenere il confronto con Gilberto di Poitiers sul medesimo piano della teologia logico-linguistica: alle regole di proporzione di Gilberto, che consentono alle leggi grammaticali di risultare definitivamente normative anche in teologia, Prepositino antepose l’irriducibilità delle proposizioni dogmatiche, ponendo al centro del suo interesse non il contesto sintattico dei termini quanto quello semantico definito da una decina di assiomi teologici precedentemente individuati, asservendo in tal modo il procedere logico alla preconoscenza del mistero divino. Prepositino, al quale interessava principalmente di veder garantita la simplicitas di Dio, intese negare alla regola grammaticale – limitandone la consequenzialità – il potere ultimo di consentire la teorizzazione della complessità naturalium rationibus in Dio, come si era espressa presso i porretani. Tramite un’operazione di svuotamento nominalistico – per la quale i dogmi dettati dalla pre-concezione teologica costituiscono i principi assiomatici a cui deve conformarsi ogni proposizione – il linguaggio della sua teologia, venendo meno come strumento di indagine del mistero, costituisce di esso soltanto la corretta rappresentazione.
Alberico di Tre Fontane conferma come già nel 1209 Prepositino fosse sostituito a Parigi dal cancelliere Giovanni de Candelis (MGH, Scriptores, XXIII, cit., p. 891).
L’anno della sua morte, segnalata il 25 febbraio nel necrologio di Saint-Martin-des-Champs, fu probabilmente il 1210 (Molinier, 1902, pp. 427 s.; Praepositini Cremonensis Tractatus de officiis, 1969, p. XII, n. 7).
Fonti e Bibl.: J.F. Böhmer, Regesta archiepiscoporum moguntinensium. Regesten zur Geschichte der Mainzer Erzbischöfe, II, a cura di C. Will, Innsbruck 1886, XXX, n. 313, II, p. 97; A. Molinier, Obituaires de la province de Sens, I, Diocèses de Sens et de Paris. Recueil des historiens de la France, Obituaires, I, Paris 1902, p. 427 s.; R. Merlet, Cartulaire de St-Jean-en-Vallée de Chartres, Chartres 1906, p. 81.
G. Lacombe, Prepositini Cancellarii Parisiensis (1206-1210) opera omnia, I, La vie et les oeuvres de Prévostin, Kain 1927; Ph.S. Moore, The works of Peter of Poitiers, master in theology and chancel of Paris (1193-1205), Washington DC 1936, pp. 78-96; A.M. Landgraf, Introducciòn a la historia de la literatura teològica de la escolastica incipiente, Barcellona 1956; M. Grabmann, Geschichte der Scholastichen Methode, II, Graz 1957 (Friburgo 1911), pp. 532-563; J.N. Garvin - J.A. Corbett, The Summa contra haereticos ascribed to Praepositinus of Cremona, Notre Dame 1958 (cfr. recensione di A. Borst in Zeitschrift für Kirchengeschichte, LXX (1959), pp. 166-169); L. Hödl, Die Geschichte der Scholastischen Literatur und der Theologie der Schlüsselgewalt, Münster 1960; D.E. Pilarczyk, Praepositini Cancellarii de Sacramentis et de Novissimis (Summae Theologicae Pars IV). A critical text and introduction, Roma 1964; Praepositini Cremonensis Tractatus de officiis, a cura di J.A. Corbett, Notre Dame 1969; G. Angelini, L’ortodossia e la grammatica. Analisi di struttura e deduzione storica della Teologia Trinitaria di P., Roma 1972; J.B. Schneyer, Repertorium der Lateinischen Sermones des Mittelalters. Für die Zeit von 1150-1350 (Autoren: L-P), Münster 1972, pp. 870-876; G. Cremascoli, La Summa di Rolando da Cremona, in Studi medievali, s. 3, XVI (1975), pp. 825-876; A.C. Chacòn, La Summa de Penitentia iniungenda dello Pseudo-Prepositino: edizione del testo, in Annales theologici. Rivista della facoltà di teologia dell’ateneo romano della Santa Croce, IV (1990), 1, pp. 3-41; R. Quinto, Pr(a)epositinus da Cremona, in Lexikon des Mittelalters, VII, München 1995, coll. 157 s.