INSEGNANTI, Preparazione degli
Il problema della preparazione degli insegnanti si pose fin dal sec. XVII, per la scuola primaria e per la secondaria; ma si può dire che in generale, come l'incremento del contenuto di cultura è sceso via via dalle scuole superiori alle inferiori, così viceversa l'interesse specificamente pedagogico è salito dalle inferiori alle superiori; onde il problema del metodo e della preparazione pedagogica dell'insegnante per la scuola secondaria ha tardato più a lungo a farsi sentire. Nel secolo XVII già provvedeva alla formazione di maestri per le sue scuole l'educatore cristiano francese J.-B. de la Salle, e nel secolo precedente accenni a tentativi del genere vi erano stati tra i gesuiti per lo stesso insegnamento secondario. Ai maestri dei due gradi poi intendeva provvedere il Francke col suo Seminarium praeceptorum e col suo Seminarium selectum. Già alla fine del sec. XVIII la Germania aveva alcuni seminarî per la formazione dei maestri, sebbene di scarsissimo valore; ma fu, al principio del sec. XIX, l'opera di L. Beckendorff - proseguita poi dal Harnisch e dal Diesterweg - che diede il primo assetto al seminario prussiano, fissandone come capisaldi la scuola di tirocinio, il corso triennale, l'internato e i viaggi d'istruzione dei maestri. Il quale movimento peraltro doveva il suo primo impulso a un istituto che verso la fine del sec. XVIII ebbe non scarsa diffusione e promosse più largamente una sia pur elementare preparazione del maestro: l'istituto delle scuole normali. Queste però non erano precisamente quel che intendiamo noi, in quanto erano le scuole didatticamente organizzate secondo un metodo cosiddetto "normale", ma comprendevano poi anche un corso di tirocinio per coloro che, ricevuto l'insegnamento elementare, volevano essere preparati a insegnare a loro volta applicando il metodo. Un'organizzazione del genere fu quella di J. I. Felbiger, che riformò la scuola popolare dell'Austria e, in parte, della Prussia, attuando tre tipi di scuola elementare, con vario sviluppo dell'istruzione corrispondente, e cioè la scuola normale (che comprendeva il tirocinio per il futuro maestro), la scuola principale (per le classi cittadine), poco diversa dalla precedente, e quella comune: organizzazione che si attuò pure in Lombardia con adattamenti e semplificazioni, a opera di una Delegazione delle scuole normali di cui fu gran parte il padre somasco Francesco Soave. Questi fu dal 1786 al 1789 alla direzione delle scuole normali e sin dal 1786 scrisse un Compendio del metodo delle scuole normali per uso delle scuole della Lombardia austriaca. Dal 1786 in poi qualcosa di simile si fece pure nel Mezzogiorno, in seguito alla diffusione del metodo "normale" a opera dei padri Ludovico Vuoli e Alessandro Gentile, e benemerito delle scuole - pur con notevoli modificazioni di tal metodo - preparatrici dei maestri elementari fu Giovanni Agostino De Cosmi, pedagogista ed educatore di valore non comune.
In Francia la scuola normale risale alla legge del 28 ottobre 1794, quando fu istituita secondo la relazione Lakanal, che le diede anche il nome, col compito di formare in breve insegnanti che poi nelle provincie avrebbero formato altri agli stessi metodi; ma fallì miseramente. Del resto, per quanto riguarda l'insegnamento secondario, già una quindicina di anni prima il Collegio Louis Le Grand a Parigi era diventato praticamente un istituto preparatore di professori. Solo nel 1808 si ebbe un decreto che stabiliva la fondazione di classi normali nei licei e collegi: ma non fu applicato che a Strasburgo. Sotto la Restaurazione si ebbero invece le prime scuole normali che raggiunsero un numero discreto.
Il primo tentativo veramente notevole per la preparazione magistrale si ha in Italia coi corsi affidati a Torino nel 1844 a Ferrante Aporti (analoga iniziativa a Firenze nel 1846), che furono poi trapiantati in parecchi altri centri e che funzionarono su per giù col sistema previsto per la scuola istituita dal decreto francese del 1794. La legge Lanza del 20 giugno 1858 diede poi una prima organizzazione alle scuole normali in Piemonte. Si noti che è l'organizzazione di questo ramo dell'istruzione pubblica che ha veramente portato il maestro a dignità di funzionario investito di un'alta missione civile. La preparazione si compie oggi, nei varî paesi, per diverse vie.
La Germania ha nell'ultimo quindicennio proceduto a larghe riforme, inspirate al concetto, ormai ampiamente diffuso anche altrove, di distinguere meno che sia possibile la scuola magistrale da quella di cultura preparatoria all'università. In alcuni paesi della Germania, còme la Baviera e il Württemberg, sono rimasti di regola, fino a poco fa, gli antichi Lehrerseminare. Negli altri, riforme attuate fin dal 1922 hanno a questi sostituito tre vie: a) studî pedagogici, didattici, ecc., presso un'università o scuola superiore (Turingia, Brunswick, ecc.); b) id., presso istituti in stretta connessione con una università (Sassonia, Assia); c) id., presso istituti pedagogici superiori o Akademien (Prussia, Baden, Oldemburgo, ecc.): corsi tutti di 2 o 3 anni, che si seguono dopo la frequenza a una höhere Schule e il conseguimento della maturità relativa. Ma negli ultimi anni, a opera del nazionalsocialismo, si è realizzata una vera unificazione, sul tipo prussiano. Ridotti via via al minimo (in Sassonia, in Turingia, ad Amburgo) gl'istituti pedagogici universitarî, scuola comune, in tutta la Germania, per la formazione dei maestri è diventata quella che si chiamava Akademie e che ora si chiama Hochschule für Lehrerbildung, alla quale si è ammessi a 18 anni compiuti, e con la licenza dal ginnasio di 9 anni. In Francia, si è iscritti alle Écoles normales primaires, a 15 anni, in base a concorso, dopo frequentata la scuola primaria superiore: la scuola normale primaria dura 3 anni, con tirocinio pratico, e se ne esce col Brevet supérieur, con cui si può essere nominati stagiaire e, dopo due anni di prova, esser nominati maestri effettivi. Con questo titolo, o con quello di baccalauréat o col diploma complementare di filosofia o di scienze dell'insegnamento secondario femminile, si può, previo esame, accedere alla scuola normale superiore, donde si esce abilitati all'insegnamento nella scuola normale o nella scuola primaria superiore. In Inghilterra, i maestri sono preparati o dalle scuole normali (2 anni) che succedono alle High schools, oppure dai Training departements delle università per coloro che son forniti di matriculation certificate. In genere, la preparazione del maestro comprende, oltre alla cultura generale, corsi di pedagogia, di storia dell'educazione, di legislazione scolastica, ecc., l'insegnamento della psicologia (l'Italia è forse il solo paese che lo esclude) e il tirocinio pratico, diversamente organizzato, ma, di regola, fatto durante il corso stesso degli studî.
L'Italia ha conservato l'istituto magistrale (avanti la riforma Gentile, scuola normale) come ramo a sé della scuola secondaria. Ma la riforma Gentile gli ha dato nuovo carattere. Sopprimendo i corsi magistrali, biennali, annessi ai ginnasî isolati dal ministro Credaro nel 1911, e sopprimendo le vecchie scuole complementari che funzionavano anche da grado inferiore - ma solo femminile - della scuola normale, essa ha anzitutto unificato l'ordinamento di questo istituto e ha costituito gl'istituti magistrali, resi promiscui dal ministro Gentile (sebbene ora nuovamente se ne distinguano i corsi maschili dai femminili), in un corso organico di 7 anni (invece che di 6), distinto in un corso inferiore di 4 e uno superiore di 3 anni, dando ad essi carattere di scuola di cultura, con larga parte d'elemento umanistico, compreso il latino, con la pedagogia intesa come studio di classici dell'educazione e in stretta connessione con lo studio della filosofia, con abolizione delle esercitazioni di tirocinio e limitazione della parte pratica all'osservazione della psiche e della vita infantile nel giardino d'infanzia annesso all'istituto. I cospicui vantaggi portati dalla riforma alla scuola preparatoria degl'insegnanti, in rapporto col perfezionamento organico generale della scuola secondaria, non han fatto tacere i dubbî sull'opportunità di concepirla come istituto umanistico, sulla parte assuntavi dalla filosofia, sull'abolizione del tirocinio, sullo stesso rendimento dell'insegnamento del latino. All'istituto magistrale è da aggiungere, per la funzione analoga in altro campo, la scuola di magistero professionale per la donna, biennale, che prepara le insegnanti di lavori femminili e di economia domestica, mediante insegnamenti di cultura e pratica ed esercizî negli annessi laboratorî (r. decr. 15 maggio 1933, n. 491.
Di un altro problema poi si è preoccupata la più recente legislazione: quello della preparazione delle maestre d'istituzioni prescolastiche (giardini, asili, ecc.). A tale ufficio, cui non si richiedeva, un tempo, speciale titolo d'abilitazione, la legislazione fascista - conforme del resto a un movimento che si va imponendo in tutti i paesi - ha voluto garantire un'idonea preparazione. La materia è stata riformata col r. decr. 11 agosto 1933, n. 1286. Aboliti i corsi estivi che si tenevano per il conseguimento del titolo e tolta tale funzione ai corsi differenziali (Agazziani, Montessoriani, ecc.), che conservano funzione specializzatrice per chi abbia già il titolo di abilitazione all'insegnamento nelle scuole di grado preparatorio (asili, ecc.), le vie per conseguire tale titolo sono ora: 1°. la frequenza d'una scuola magistrale (prima detta, impropriamente, scuola di metodo), alla quale si accede con esame d'ammissione o col titolo di conseguita ammissione all'istituto magistrale superiore; 2°. l'esame-concorso di abilitazione all'ufficio di maestra giardiniera presso gli istituti magistrali, che il Ministero dell'educazione nazionale indice normalmente ogni anno e al quale sono ammesse le abilitate all'insegnamento elementare. La scuola magistrale ha la durata di 3 anni ed ha annessa una scuola di grado preparatorio per il tirocinio. Agli esami di abilitazione presso tale scuola possono però presentarsi anche le privatiste, purché - ove non siano fornite di certi titoli di studio - abbiano compiuto il 21° anno d'età. Superati gli esami, esse devono compiere un anno di tirocinio in una scuola di grado preparatorio (ordinanza ministeriale del 30 maggio 1934) e quindi sostenere una prova di lezione pratica, il cui esito favorevole fa loro conseguire il diploma d'abilitazione.
Per quanto riguarda la preparazione dell'insegnante secondario, occorre distinguere tra preparazione scientifica e preparazione pedagogica. La prima si fa di solito (con eccezione, almeno in generale, per gl'insegnamenti speciali, come calligrafia, disegno, educazione fisica, lavori manuali, ecc.) all'università o in istituti analoghi, talvolta con un intervallo dopo la maturità, riempito, ad es., in Germania, dal servizio civile (Diensthalbjahr).
In alcuni paesi, come Stati Uniti e Inghilterra, i gradi accademici non sono richiesti, ma in pratica hanno una sempre più larga e decisiva importanza. Altrove, si fa distinzione tra insegnamento secondario inferiore e superiore; ad es., nel Belgio, dove gl'insegnanti delle écoles moyennes (triennali, successive alla scuola primaria) devono essere muniti del diploma di professore agrégé dell'insegnamento medio di grado inferiore rilasciato da una scuola normale media, e quelli degli athénées e lycées devono avere il diploma di licencié e d'agrégé dell'insegnamento medio superiore, che si prepara di solito in un'università. In qualche paese, la preparazione scientifica non si fa all'università, ma in istituti speciali, come nelle scuole normali e nell'Istituto nazionale dei professori secondarî in Argentina, nella Scuola superiore di pedagogia, che segue alle scuole professionali o di fabbrica o al Technicum o alla scuola normale per maestri elementari, in Russia, ecc.
In Italia, la preparazione scientifica è oggi data dalle università e istituti analoghi, e tra questi, in particolare, dall'ex Istituto superiore di magistero, ora, insieme con gli altri, conglobato dal ministro De Vecchi nell'università, come facoltà di essa. E poiché alle facoltà di magistero sono ammessi i licenziati dagl'istituti magistrali, questi si vedono ora aperta la via alla laurea e quindi all'insegnamento secondario, per alcune materie, a parità di diritti coi provenienti dai licei e, quindi, dall'università. Un istituto, peraltro, che in particolare provvede, sia pure entro limiti ristretti, alla preparazione scientifica degl'insegnanti secondarî, integrandone, con indirizzo più esercitativo e pratico, gli studî di facoltà, è la Scuola normale superiore di Pisa, che ha tradizioni illustri e che funziona come pensionato degli allievi, ammessivi per concorso.
Quanto alla preparazione pedagogica dell'insegnante secondario, è sempre più viva la coscienza della sua necessità; e tanto più in quanto si scorge in esso un educatore cui occorre un'attitudine e un esercizio speciale che la coltivi e permetta la selezione degl'idonei. In genere, studî di pedagogia si accompagnano, nell'università o negli altri istituti, alla preparazione scientifica: in alcuni casi, istituti speciali, come il ginnasio-modello di Sofia o la scuola d'applicazione annessa all'università in Grecia, servono allo scopo. In Germania, i seminarî pedagogici, iniziati dagli herbartiani Ziller a Lipsia e Rein a Jena, e poi quelli di Berlino, Bonn, Francoforte sul M., Halle, Colonia, Münster, Monaco, Tubinga, provvedono con particolare efficacia a tale preparazione; e così quelli di Praga, di Vienna, di Graz, di Zurigo, e i Pädagogische Seminare für Studienrefendare istituiti a Norimberga, a Würzburg e a Stoccarda. La psicologia - con particolare riguardo, ora, a quella dell'adolescenza e anche, spesso, alla psicanalisi, talora, come negli Stati Uniti e in Polonia, anche allo studio dei tests mentali e alla misura dell'intelligenza - ha notevole parte in tale preparazione. Ma, oltre a questo, quasi tutti i paesi praticano come obbligatorio un periodo di tirocinio o di prova pratica (stage), o in un istituto modello o in altre scuole qualsiasi. Tipico è il sistema della Germania, dove, dopo l'esame di stato, che abilita il candidato, compiuti gli studî universitarî, all'insegnamento di determinate discipline, viene la preparazione pratica, che dura da 2 anni (come in Prussia, Turingia, ecc.) a 18 mesi o 1 anno. Il candidato (Studien referendar) è assegnato a una scuola secondaria e fa un tirocinio, mentre segue i corsi e discussioni presso il seminario pedagogico. In seguito subisce la Pädagogische Prüfung, il cui successo è condizione per essere nominato insegnante supplente (Studienassessor) e da ultimo, se dà buona prova, professore titolare, dopo essere stato compreso nella lista dei meritevoli (numerus clausus). In alcuni stati vige, per la nomina a un posto, il sistema dei concorsi, diversamente regolato; altrove, la scelta è fatta in base allo stage o ad elementi diversi di giudizio. In Italia, di garanzie sull'attitudine pratica e pedagogica dell'insegnante secondario non si ha che il triennio di straordinariato dopo la nomina, il cui esito favorevole si richiede per il passaggio a ordinario. Ma l'eliminazione per cattiva prova è caso eccezionalissimo. I concorsi assai rigorosi, per esami scritti e orali, hanno contribuito a selezionare notevolmente, nel complesso, gl'insegnanti secondarî. Ma essi non saggiano che la preparazione scientifica dei candidati. Se oggi la pedagogia è materia obbligatoria nella facoltà di magistero per il conseguimento delle lauree che esso rilascia, essa lo è, nella facoltà di lettere e filosofia, solo per la laurea in filosofia: non lo è, in ogni caso, per le altre facoltà le cui lauree pure preparano all'insegnamento secondario; e per nessuna laurea, in nessuna facoltà, è obbligatorio lo studio della psicologia, il cui insegnamento dalla riforma universitaria del ministro De Vecchi è pure stato sollevato a maggiore importanza ed efficienza. La funzione, certo inadeguata, delle antiche scuole di magistero delle facoltà di lettere e di scienze non è stata sostituita. Gli accenni a un tirocinio per insegnanti secondarî, contenuti nel regolamento Rava del 3 agosto 1908 (capo XV) e nella legge Daneo del 15 luglio 1914 (capo IV), sono stati caduchi.
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