PREMUDA (A. T., 24-25-26 e 77-78)
Isoletta dell'Arcipelago dalmata, che fa parte del banato iugoslavo del Litorale (Primorje).
Azione navale. - Per i primi di giugno del 1918 lo stato maggiore austriaco aveva preparato un'incursione destinata a sfondare lo sbarramento del Canale d'Otranto, cui dovevano prendere parte molte unità. A tale scopo alle ore 23 del giorno 9 le navi di linea Szent Istvan e Tegethoff, scortate da sette siluranti, uscirono da Pola e si diressero a sud attraverso l'Arcipelago dalmata. Benché nessuna notizia fosse trapelata di tali intenzioni nemiche, la vigilanza italiana era stata intensificata sia nelle vicinanze dei porti, sia sulle probabili rotte che le navi avversarie avrebbero potuto seguire. I due motoscafi 15 e 21, rispettivamente comandati dal capitano di corvetta Luigi Rizzo e dal guardiamarina Giuseppe Aonzo, si trovavano nella notte dal 9 al 10 giugno in agguato presso Premuda, e stavano già preparandosi a ritornare ad Ancona, quando verso le ore 3, 15 furono scorti varî fumi all'orizzonte. Riconosciutili come provenienti da unità nemiche, Rizzo ed Aonzo alle primissime luci del giorno diressero verso di loro e, oltrepassata senz' essere veduti la linea delle unità di scorta, lanciarono ognuno due siluri rispettivamente contro la Szent Istvan e la Tegethoff. I siluri di Rizzo colpirono il segno, mentre quelli di Aonzo, pur ben diretti, fallirono per imperfetto funzionamento.
I cacciatorpediniere austriaci, accortisi dei lanci, diressero per tagliare la ritirata ai Mas, e apersero su di loro il fuoco. Ma l'abilità di Rizzo, che lanciò due bombe di profondità quasi sotto la prua di una delle siluranti, stornò questa manovra, e tutti e due i Mas riuscirono a sfuggire incolumi. La Szent Istvan, colpita nelle sue parti vitali, nonostante l'aiuto prestato dalle unità austriache presenti, affondò dopo circa due ore, e un centinaio di marinai perirono. Avuta conoscenza dell'accaduto, lo stato maggiore austriaco rinunciò ad ogni altro tentativo contro lo sbarramento di Otranto.