prematurità
Stato organico dei neonati partoriti prima del compimento del 9° mese di gravidanza, per cause legate all’andamento della gravidanza stessa, per fattori uterini o per malattie della gestante. Il neonato con p. (detto prematuro) è in grado di vivere autonomamente, in quanto il suo organismo è atto ad assolvere, almeno parzialmente, alla termoregolazione e all’assorbimento intestinale. Il limite cronologico tra immaturo, prematuro e maturo non può essere fissato in modo preciso rispetto al momento del concepimento: in medicina legale si considera prematuro il feto partorito tra l’inizio del 7° e la fine del 9° mese. Altri dati indicano che i progressi fatti dalla terapia intensiva neonatale hanno consentito di aumentare significativamente la sopravvivenza dei nati prematuri, anche in epoca molto precoce (fino a 22 settimane) e che le percentuali di sopravvivenza aumentano significativamente con l’aumentare delle settimane di gestazione.
Il diabete gravidico (quando compare all’improvviso nell’ultimo trimestre), la gravidanza gemellare, il polidramnio, la preeclampsia (➔), la placenta previa, i traumi addominali e uterini, rappresentano le cause più frequenti di p. (➔ parto).
Il prematuro si trova a doversi adattare alla vita extrauterina prima del tempo. Se il neonato non è in grado di mantenere un’adeguata temperatura corporea, viene posto in una incubatrice. È molto forte il rischio di infezioni batteriche, virali, micotiche, perché nel prematuro il sistema immunitario è ancora incompleto, dal momento che la maggior parte degli anticorpi passa dalla placenta al bambino durante gli ultimi mesi di gravidanza. I problemi respiratori sono dovuti per lo più all’incompleto sviluppo dei polmoni: il disturbo più frequente è la sindrome da stress respiratorio, che insorge a causa della scarsa quantità di surfattante, una sostanza prodotta dai polmoni maturi che aiuta a mantenere aperti gli alveoli: per questo i polmoni collassano, rendendo difficoltosa la respirazione. Apnee frequenti e bradicardia sono nella p. molto frequenti, per l’immaturità del sistema nervoso. Le emorragie cerebrali si presentano spesso nei casi di neonati prematuri, e clinicamente si manifestano con crisi epilettiche, che si diagnosticano ecograficamente; la maggior parte dei prematuri tuttavia non sviluppa problemi cerebrali nel periodo seguente, anche se è comunque necessario un attento e tempestivo follow-up dello sviluppo del neonato pretermine, per individuare precocemente eventuali problemi motori o cognitivi.