prefissoidi
Si dicono prefissoidi una serie di morfemi con significato lessicale che non possono occorrere da soli (tecnicamente, morfemi lessicali legati; ➔ morfologia), perlopiù di origine greca o latina, del tipo di auto-, bio-, ipno-, pseudo-, ecc. Si utilizzano in posizione iniziale di composti appartenenti principalmente alle ➔ terminologie tecnico-scientifiche, ma possono essere usati anche per formare parole di uso corrente. Fu Bruno Migliorini che così denominò quegli elementi il cui uso, entrato nella lingua comune, ha fatto loro assumere «un valore quasi di prefissi» (Migliorini 1990: 121). Entrati in italiano nel Settecento, soprattutto tramite il francese, hanno avuto uso crescente nella formazione di parole composte. Oggi tale uso è da attribuire più a una convergenza di ➔ calchi e ➔ prestiti tra le lingue che all’influsso esercitato da una singola lingua (Bombi 1993: 160).
Sono ➔ elementi formativi che possono combinarsi sia con ➔ suffissoidi, come nel caso di cardiologo, pediatria, sia con lessemi dell’italiano, come in cardiostimolatore, telecomando; formano composti denominati dotti o neoclassici, che appartengono a questa o quella parte del discorso secondo che l’elemento in seconda posizione sia un suffissoide o un lessema.
Nei composti che contribuisce a formare, il prefissoide svolge la funzione di determinante rispetto al determinato, che è il secondo costituente. Viene in tal modo mantenuto l’ordine tipico dei composti delle lingue classiche da cui questi elementi formativi derivano. L’ordine compositivo tipico dell’italiano e delle altre lingue romanze è infatti determinato + determinante (➔ lingue romanze e italiano; ➔ ordine degli elementi): sala giochi, capostazione. Si combinano di preferenza con ➔ suffissoidi della stessa origine, quindi greco + greco, come in gastrologia, bibliofilo, e latino + latino, come in parricida, sanguisuga. Sono però possibili anche combinazioni greco + latino e viceversa: genocidio, pluviometro, senologia, sociologia. Per alcuni è possibile l’utilizzo anche come suffissoidi (topologia, biotopo; grafologo, fonografo), proprietà che differenzia nettamente i prefissoidi dai ➔ prefissi, i quali possono invece ricorrere esclusivamente in posizione iniziale. Si differenziano dai prefissi anche perché alcuni di essi hanno la possibilità di formare parole derivate: blefarite, dendrite, artrosi, dermatosi.
Si considerano prefissoidi anche alcuni elementi formativi ottenuti per accorciamento di composti (➔ abbreviazioni) dei quali conservano il significato, come eco- da ecologia e foto- da fotografia. Sono usati per formare nuovi composti (ecodisastro, ecopoliziotto) e sono frequentemente definiti elementi formativi «di seconda generazione» (Iacobini 2004) o «di secondo grado» (Antonelli 1996: 256). La coincidenza dell’accorciamento con un elemento formativo greco o latino dà origine a una relazione di omonimia tra i due. Ne è un esempio eco-, che ha due significati: eco1- che vale «casa, ambiente, natura» e rimanda all’etimologia greca, e eco2- che, quale accorciamento, mantiene il significato del composto neoclassico ecologia da cui deriva.
Gli accorciamenti sono molto diffusi e nascono di preferenza nella terminologia tecnica. Il loro significato è facilmente riconducibile alla forma di origine, come si può osservare per bio- in bioalimento e biocarburante, in cui il prefissoide è l’accorciamento di biologia / biologico. L’utilizzo degli elementi accorciati in ambiti della lingua diversi da quello di origine può creare difficoltà nel riconoscere il significato qualora vi sia omonimia tra elementi formativi. È esempio di tale difficoltà tele- cui sono associati più significati: «distante», di origine greca, «televisione» e «telefono», di cui il formativo è il rispettivo accorciamento. Come i prefissoidi etimologici, gli accorciamenti si utilizzano quali primi elementi di parole composte il cui ordine è determinante + determinato.
L’accorciamento può non coincidere con un elemento di origine classica quando la parola da cui è ottenuto non è un composto della lingua italiana: ciò accade, ad es., con buro- (da burocrate, dal francese bureau «scrittoio; ufficio»), che viene utilizzato come primo elemento di composti (burolingua, burosauro). Può anche non coincidere con un elemento formativo della parola non composta da cui deriva: è quanto avviene, ad es., con fanta- da «fantasia, fantastico», che forma composti quali fantascienza, fantapolitica, fantacalcio; e con carbo-, da carbonio, che compare in carbochimica, carboidrato. L’accorciamento può talvolta non coincidere con la segmentazione etimologica e morfologica di un composto, come in bici- da bicicletta e cine- da cinematografo.
I prefissoidi corrispondenti ad accorciamenti possono diventare nomi autonomi (auto, chemio, bici, flebo, moto), normalmente invariabili, ed essere talvolta utilizzati in composti in cui l’ordine degli elementi è determinato + determinante, in accordo con l’ordine tipico dei composti italiani: patente auto, autobotte, raduno moto. Alcuni tra essi ammettono, come i prefissoidi etimologici, la derivazione per suffissazione: autista, videata.
I prefissoidi di origine greca, molto più numerosi di quelli di origine latina, terminano tipicamente in -o, ma alcuni hanno vocale finale diversa: acu- «uditivo», ali- / alo- «salino, mare», archi- «comando, precedenza», bari- / baro- «pesante, relativo al peso», bati- «profondo, profondità», deca- «dieci», pan- «tutto», uro- «relativo alla coda». Quelli di origine latina hanno come vocale finale -i ma in molti casi terminano anche in -o come: agro- «relativo all’agricoltura», audio- «udito, suono», cerebro- «cervello», frigo- «freddo», latero- «laterale». Sono di uso prevalentemente settoriale prefissoidi di origine greca quali: algo- «doloroso», amilo- «amido», ampelo- «vite, uva», andro- (anche suffissoide) «uomo, maschile» (nella terminologia botanica «stame»), anemo- «vento, corrente d’aria», angio- nella terminologia botanica «contenitore di semi», in medicina «vaso sanguigno», bradi- «lento», branchio- «branchie», bronto- «tuono», carcino- nel linguaggio scientifico «granchio», in medicina «cancro»; ciano- «azzurro», dendro- «albero, arborescente», echino- «riccio, spinoso», faringo- «faringe», gastro- «stomaco, ventre», ialo- «vetro, vitreo», iatro- «medico, medicina», idio- «privato, distinto, peculiare», lago- «lepre», lepto- «leggero, sottile», masto- «mammella», melano- «nero, scuro», nefro- «rene», nicto- / nicti- «che ha relazione con l’oscurità o la notte», noso- «malattia», odino- «dolore», oftalmo- (anche suffissoide) «occhio», ombro- «pioggia», pachi- «grasso, denso», pato- «malattia», rachi- «spina dorsale», rodo- «rosa, colore rosa», sarco- «carne, muscolo», sclero- «durezza, rigidità», speleo- «caverna», terato- «mostro, mostruosità», teo- «divinità, relazione con Dio», urano- «cielo, corpo celeste», xero- «secco, arido», zimo- «fermento, enzima».
Sono di origine latina: ambi- «due», brachio- «braccio», brevi- «breve, corto», cupro- «rame», labio- «articolato con le labbra», longi- «lunghezza», maxillo- «mascella», oleo- «olio», ovo- / ovi- «uovo», pluvio- «pioggia», quadri- / quadru- «quattro», sono- «suono», ecc.
I prefissoidi più utilizzati anche nella formazione di parole di uso corrente hanno i tipi di impiego e i significati descritti qui di seguito.
(a) Aero-, di origine greca e latina, presenta le due forme omofone aero1- e aero2- ; aero1- ha valore etimologico associato ad «aria»; si combina con suffissoidi, nomi e aggettivi italiani e forma composti utilizzati sia in ambito scientifico e tecnico (aerofobia, aeroscopio, aerospazio e aerospaziale, aeronavigabile, aeroturbina), sia in parole di uso comune come aerobica, entrata in italiano tramite l’inglese; aero2- è accorciamento di aeroplano e con questo significato compare in aeroclub, aerodromo, aerorimorchiatore; ha il significato «che vola» in aeroambulanza, aerocisterna, aeronave.
(b) Auto1-, prefissoide di origine greca, significa «se stesso»; ha ampio uso nella formazione di composti della terminologia scientifica e nella lingua comune e forma liste aperte di lessemi il cui significato è determinato dal secondo elemento, come anche la parte del discorso (nome o aggettivo) cui appartiene: autoctono, autocrate, autodidatta, autotassazione, autoadesivo, autoabbronzante; si combina talvolta con verbi: autodefinirsi, autoescludersi. I composti verbali possono avere un corrispondente nominale: autodenunciarsi → autodenuncia (in questo caso, se il composto nominale ha data di attestazione anteriore, la formazione verbale può essere considerata il risultato di un processo di retroformazione; ➔ retroformazioni). L’omonimo auto2- deriva dall’accorciamento di automobile: autorimessa, autofficina, autoaccessorio, autocamionale, autocampeggio, autostrada, autoemoteca. La presenza di nomi, aggettivi e verbi contenenti il prefissoide, come autotrasporto, autotrasportato e autotrasportare, sono, come nell’omonimo etimologico, derivate l’una dall’altra a partire dal composto di attestazione anteriore.
(c) Antropo- (dal greco) appare in composti neoclassici (➔ elementi formativi) e della terminologia scientifica col significato di «uomo»: antropocentrico, antropofago, antropogeografia; è base della forma verbale derivata antropizzare ed è anche secondo elemento di composto: paleantropo, misantropo.
(d) Agro-, che ha il significato latino di «campo», indica relazione con l’agricoltura: agroalimentare, agroindustria.
(e) Biblio- ha il significato «libro, biblioteca» e si combina con altri elementi formativi: bibliofilo, bibliomane, biblioteca, che possono anche essere derivati: biblioteca → bibliotecario, biblioteconomo → biblioteconomista.
(f) Bio- viene usato come primo e secondo elemento con i significati di «vita, essere vivente»: biologia, biografia, biodinamica; da biologia ha avuto origine l’accorciamento bio- che compare in bioagricoltura, biotecnologia.
(g) Crono-, che significa «tempo», è usato come primo e secondo elemento: cronografo, cronologia, cronotappa, isocrono, sincrono; alcune parole con questo prefissoide sono entrate in italiano attraverso il francese: cronometro, cronometrare, cronometraggio.(h) Eco-, derivato dalla parola greca per «casa», viene utilizzato coi significati di «casa, ambiente, natura»: ecofobia, ecologia, ecogenetica. È utilizzato anche come accorciamento di ecologia o ecologista e nei composti che contribuisce a formare, siano essi nomi o aggettivi, mantiene uno di questi significati: ecodeputato, ecomissile, ecocompatibile, ecosostenibile. È ampiamente usato per formare liste di parole anche occasionali il cui significato si desume da quello del lessema con cui si compone: ecomafia, ecotruffa.
(i) Eli- è accorciamento di elicottero e forma composti con questo significato: eliporto, elitrasporto, eliambulanza, eliapprodo, eliparco.
(k) Euro-, accorciamento di Europa, forma liste di parole il cui significato è determinato dal lessema con cui si combina: eurodeputato, eurobbligazioni, eurocentrico, eurocomunismo; non deve essere confuso con il lessema euro che indica l’unità monetaria dell’Unione Europea, anch’esso accorciamento della parola Europa: eurolandia, eurorisparmiatore, euromercato, euroscandalo, euroscettico, eurozona.
(l) Foto- ha due significati: foto1-, dal termine greco per «luce», si ritrova in composti quali fotoallergia, fotobatteria, fotochimica; foto2- è invece l’accorciamento di fotografia e compare in formazioni quali: fotoamatore, fotocalcografo, fotocopia; può apparire anche in sequenze del tipo: fotocomposizione, fotocompositrice, fotocompositore, fotocomporre.
(m) Moto- è accorciamento di motore e compare in molti composti nei quali indica relazione con congegni a motore: motocarro, motoscafo, motoaratura, motocarrello; si usa anche come accorciamento di motocicletta: motoraduno, motocross.
(n) Narco- ha due significati: narco1-, che ha il valore «sonno» (derivante dal greco) in narcoanalisi, narcoipnosi, narcoterapia, e narco2- «sostanze stupefacenti», valore che ha assunto soprattutto grazie al linguaggio giornalistico, in cui forma composti quali: narcodollaro, narcomane, narcotest, narcotraffico.
(o) Tele- ha ugualmente significati diversi: tele1- ha il significato derivato dal termine greco «da lontano, a distanza» (telecomando, teleallarme, teleborsa); tele2- deriva invece il proprio significato da televisione e lo riproduce nei composti in cui si trova: teleabbonato, teleasta, telecronaca. Non deve essere confuso con tele3-, accorciamento di telefono, che si trova in teleselezione, teleshop, televoto, teledrin.
Antonelli, Giuseppe (1996), Sui prefissoidi dell’italiano contemporaneo, «Studi di lessicografia italiana» 13, pp. 253-293.
Bombi, Raffaella (1993), Riflessioni sulla composizione con affissoidi, «Incontri linguistici» 16, pp. 159-169.
Iacobini, Claudio (2004), Composizione con elementi neoclassici, in La formazione delle parole in italiano, a cura di M. Grossmann & F. Rainer, Tübingen, Niemeyer, pp. 69-95.
Migliorini, Bruno (1990), Prefissoidi, in Id., La lingua italiana del Novecento, a cura di M.L. Fanfani, con un saggio introduttivo di G. Ghinassi, Firenze, Le Lettere, pp. 121-145 (già in «Archivio glottologico italiano» 27, 1935, pp. 13-39).