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PREFICA

di Gioacchino MANCINI - Raffaele CORSO - - Enciclopedia Italiana (1935)
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PREFICA (praefĭca)

Gioacchino MANCINI
Raffaele CORSO

Presso i Romani i cortei funebri ufficiali, disposti e regolati da uno speciale incaricato detto designator, erano aperti da un gruppo di suonatori di trombe (siticines) limitati dalla legge delle XII Tavole a un numero non superiore a quello di dieci. Seguivano le prefiche, donne prezzolate, le quali, con ogni esterna dimostrazione di dolore profondo, intonavano durante lo svolgersi del corteo canzoni laudative in onore del defunto (neniae o mortualia). A intervalli la corifea, quella tra le prefiche che aveva migliore voce, recitava l'elogio del defunto, poi tutte insieme cantavano la nenia al suono del flauto. La recitazione e il canto erano inframmezzati da alte grida di dolore e simulati scoppî di pianto, e accompagnati da gesti di disperazione e da segni apparenti di dolore, quale lo scuotere la testa facendo ondeggiare i capelli disciolti, il battersi con violenza il petto, il singhiozzare. Le nenie funebri erano sciocche e insipide e costituivano un esercizio puramente rettorico, senza alcuna profondità di sentimento. Le prefiche erano seguite nel corteo dai suonatori di tibie (tibicines), e, nei funerali di personaggi più facoltosi, dai mim. Nel rilievo funebre, della fine della repubblica, se non del tempo di Augusto, rinvenuto nel 1879 a Preturo, e ora nel museo di Aquila, rappresentante il corteo funebre di un magistrato municipale, figura, tra l'altro, un gruppo di prefiche. Esse sono rappresentate anche nei rilievi dei sarcofagi con la scena dei funerali di Meleagro. Ai funerali dell'imperatore Pertinace (anno 193) furono cantate delle neniae.

Ancora oggi vige in alcuni paesi (Italia, Grecia, Albania, Romania, Irlanda) l'usanza di chiamare a cantare sulla bara le lodi del morto donne, che il popolo indica con varî nomi (reputatrici, computatrici, voceratrici, ecc.); varî anche i nomi delle loro nenie: riepitu, tribolo, naccarata, titio, vocero, ecc. Le prefiche sono quasi sempre prezzolate e parlano in nome dei parenti intimi, rievocando gli episodî più commoventi della vita del defunto. Se sono più d'una, il canto è intonato da una di esse e le altre fanno il coro. A tale ufficio è indicata, talvolta, la più stretta parente (nell'Irlanda la vedova), che è detta la padrona del canto.

Bibl.: A. De Gubernatis, Storia comparata degli usi funebri in Italia, Milano 1878; E. Rubieri, Storia della poesia popolare ital., Firenze 1877.

Vedi anche
nenia Nella Roma antica, canto funebre intonato dalle prefiche dietro il feretro secondo schemi fissi e al suono del flauto; cedette poi il posto alla laudatio. La nenia si continua nelle letterature popolari (voceri, canti di compieta ecc.). Puglia Regione dell’Italia meridionale (19.358 km2 con 4.076.546 ab. nel 2008, ripartiti in 258 Comuni; densità 210 ab./km2). Si allunga da NO a SE, fra i mari Adriatico e Ionio, limitata a O dal Molise, dalla Campania e dalla Basilicata. I punti estremi sono: a N la Punta di Peschici nel Gargano, a E il Capo ... Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ...
Vocabolario
prèfica
prefica prèfica s. f. [dal lat. praefĭca, der. di praeficĕre (v. prefetto), propr. «donna preposta (alle ancelle che si lamentano)»]. – Nell’antica Roma, donna pagata per far parte di cortei funebri e intonare canti di elogio del defunto,...
piangitóre
piangitore piangitóre s. m. (f. -trice) [der. di piangere], letter. raro. – Chi ha l’abitudine di piangere, di lamentarsi. Nel femm., prefica, donna che partecipa alle lamentazioni funebri: la piangitrice ripeteva il versetto quattro volte...
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