preferenza temporale, tasso di
Indice della propensione individuale a preferire il consumo (➔ p) presente rispetto a quello futuro. In economia, questa tendenza è quantificabile attraverso il tasso di preferenza temporale. Esso rappresenta il premio assegnato al consumo futuro, che rende un individuo indifferente tra il consumo presente e quello a venire. Se p è il fattore di p. t., ciò implica che l’individuo è indifferente tra una unità di consumo presente e 1+p unità di consumo futuro. Il tasso di p. t. è cruciale nell’analisi delle scelte intertemporali ed è inoltre considerato la determinante principale del tasso di interesse reale, poiché uno scostamento tra i due darebbe luogo a un flusso non compensato di trasferimenti di ricchezza nel tempo.
La scuola austriaca (➔ austriaca, scuola), e soprattutto l’economista E. von Böhm-Bawerk (➔), hanno dedicato particolare attenzione alla determinazione del tasso di preferenza temporale. La p. in favore del consumo presente rispetto a quello futuro può essere fatta risalire a motivazioni legate a fattori come impazienza e mortalità. È stato obiettato, tuttavia, che i tassi di mortalità da soli non riescono a spiegare i tassi di p. t. empiricamente osservati, essendo spesso questi ultimi di entità notevolmente maggiore. In modelli che coinvolgono più generazioni, è stato inoltre rilevato che un tasso positivo di p. t. solleva questioni di equità intergenerazionale di non facile soluzione.
Il tasso di p. t. viene abitualmente utilizzato all’interno del modello di scelta intertemporale per la determinazione del valore attuale dell’utilità totale (➔ utilità p). In esso quest’ultima è ottenuta dalla somma delle utilità percepite nei singoli periodi, scontate attraverso il fattore p per unità di tempo. È un modello che soddisfa il requisito di coerenza intertemporale, poiché il tasso di sconto tra due periodi non dipende dal momento in cui si valuta l’utilità totale; ciò significa che, se l’individuo preferisce 80 euro oggi a 100 euro tra un anno, continua a preferire 80 euro tra 10 anni a 100 euro tra 11 anni. Questa caratteristica, seppure logicamente apprezzabile, non appare in linea con alcune verifiche sperimentali, a seguito delle quali sono state elaborate teorie in cui il valore attuale dell’utilità totale è calcolato mediante un tasso di sconto cosiddetto iperbolico. Esse mostrano che il tasso di sconto è alto tra presente e futuro immediato, mentre è relativamente basso quando la scelta riguarda un futuro molto lontano: si parla, in tal caso, di distorsione a favore del presente. Ciò avviene quando l’individuo preferisce 80 euro oggi a 100 euro tra un anno, ma è indifferente tra ottenere 80 euro tra 10 anni o 100 euro tra 11 anni.