preaffettato
(pre-affettato), s. m. e agg. Prodotto affettato prima di essere posto in commercio; a esso relativo.
• Sotto plastica il prosciutto viene venduto a circa 6 euro al chilo e non attorno a 3. Naturalmente i produttori garantiscono che il prosciutto sia confezionato solo nel distretto. Secondo il presidente del consorzio Alberto Morgante alla vaschetta ‒ che non è stata inventata in Friuli ‒ corrisponde una vera «innovazione tecnologica» perché le aziende per poter produrre il prosciutto pre-affettato «hanno dovuto affrontare investimenti in macchinari, riconfigurare le linee di produzione e garantire condizioni igienico-sanitarie d’avanguardia». (Dario Di Vico, Corriere della sera, 10 marzo 2010, p. 32, Economia) • «Il nostro obiettivo era raggiungere quella fascia di consumatore più attento alla salute» spiega l’amministratore delegato Vladimir Dukcevich. Ma anche qui si è investito di più soprattutto per innovare il design delle confezioni dei preaffettati. «Ne abbiamo migliorato l’estetica e allo stesso tempo la capacità di conservare i salumi, in modo che mantengano la stessa freschezza e diano la stessa sensazione di quelli appena presi al banco» (Stefania Aoi, Repubblica, 24 settembre 2012, Affari & Finanza, p. 54) • nel frattempo il tentativo di conquistare la Grande Mela portava a stringere un’alleanza con Simest, la banca d’affari parapubblica che oggi ha in pegno il 15,6% della società [Parmacotto] (mentre ben il 51% è in pegno a Unicredit) e entro il 2016 avrebbe dovuto finanziare l’apertura di uno stabilimento per la produzione di preaffettati tra il New Jersey e la Pennsylvania. (Francesca Ceccarelli, Giornale d’Italia, 16 novembre 2014, p. 9, Dall’Italia).
- Derivato dal p. pass., agg. e s. m. affettato con l’aggiunta del prefisso pre-.
- Già attestato nella Repubblica del 15 gennaio 1993, p. 23, Cronaca.