PRAXITELES (Πραξιτέλης)
2°. - Supposto scultore ateniese, che si è pensato padre di Kephisodotos (1°) e nonno del grande Prassitele.
Gli si attribuisce la statua bronzea di un auriga che era sopra una quadriga eseguita da Kalamis, fiorito verso il 470, ricordata da Plinio (Nat. hist., xxxiv, 71) che la dice per altro del grande, Prassitele. Poiché sembra strano che nel IV sec. si sia completata una quadriga del V, dedicata certamente in occasione di una vittoria ippica, se ne deduce l'esistenza di questo P. più antico, che avrebbe potuto lavorare da giovane insieme con il vecchio Kalamis. Il Klein ha pensato di riportare a questo P. anche il gruppo di Demetra, Kore e Iacchos nel Metroon di Atene poiché Pausania (i, 2, 3) dice che la firma dell'artista era in alfabeto attico, sostituito da quello ionico nel 403; ma il tema conviene a P. il grande e i tipi statuarî noti sono del IV secolo.
Più probabile sarebbe il riferimento a questo P. delle sculture frontonali, o forse piuttosto metopali, con le 12 fatiche di Eracle nell'Herakleion di Tebe (Paus., ix, 11, 6), perché i temi sembrano più aderenti all'arte del V che del IV sec. a. C.
Il Furtwängler e il Klein gli attribuiscono anche le statue in marmo pentelico di Rhea e di Hera Telèia nello Heraion di Platea (Paus., ix, 2, 7) perchè questo tempio fu distrutto nel 427 a. C. (Thuk., iii, 68) e ricostruito, ma se questa data vale come terminus post quem non possiamo sapere quando effettivamente furono scolpite le statue.
Il Furtwängler pensò anche che uno dei Dioscuri di piazza del Quirinale, a Roma, con l'iscrizione opus Pràxitelis fosse da attribuire a questo P., contemporaneo di Fidia, autore presunto dell'altro Dioscuro. Ma nonostante tutte queste attribuzioni, la cronologia e la personalità di questo scultore rimangono molto incerte.
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, nn. 525, 1195, 1285; W. Klein, Praxiteles, Lipsia 1898, p. 20 ss.; A. Furtwängler, Meisterwerke, Berlino-Lipsia 1893, pp. 52, 133 ss., 137 ss.; P. Perdrizet, in Revue études grecques, XI, 1898, p. 82 ss.; M. Bieber, in Jahrbuch, XXXVIII-XXXIX, 1923-24, p. 275; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XXII, 1954, c. 1788, s. v., n. 4.