PRAXIAS (Πραξίας)
3°. - Scultore greco, figlio di Lysimachos, ateniese, del demo di Ankyle, attivo ad Atene, Oropos e probabilmente a Delfi intorno al 370-350.
L'attività di P. ad Atene è attestata da una firma dello scultore che compare su una base in marmo pentelico (Loewy, I. G. B., 127 = Marcadé, II, 110) ora al Museo Nazionale di Atene. La base, che reggeva una statua dedicata ad Afrodite, è databile al 368: qui P. è indicato come del demo di Ankyle. Posteriore di circa un decennio (360-350) è la base rinvenuta nel 1884 nell'Amphiaraion di Oropos (Loewy, I. G. B., 127 a). Sulla base, che reggeva una statua dedicata da un certo Chairias al padre Neottolemo, la firma che indica P. come ateniese sostituisce la precedente indicazione di Ankyle (᾿Αχκυλῆϑεν) poi cancellata.
Con questo P., piuttosto che con l'omonimo scultore figlio di P. (forse il figlio?: v. P., 4°) è probabile identificare l'autore di alcune sculture frontonali del tempio di Apollo a Delfi, citato da Pausania. Il Periegeta infatti (Paus., x, 19, 4) che vide il tempio nella ricostruzione fatta dopo il terremoto del 373 a. C., riferisce che, nei frontoni, le figure di Artemide, Leto, Apollo e le Muse erano opera di P. μαϑητὴς Καλάμιδος e aggiunge che l'opera iniziata da P. fu poi portata a termine (verso il 330) da Androsthenes.
Esclusa l'identificazione del P. attivo a Delfi con lo scalpellino che partecipò ai lavori dell'Eretteo (v. P., 2°), ed escluso che P. possa essere allievo dello scultore Kalamis del periodo severo, è stato proposto o di ammettere l'esistenza di un Kalamis attivo nel primo venticinquennio del IV sec. a. C. (v. kalamis, 2°), o di correggere Kalamis in Kallimachos (Homolle) o di vedere più semplicemente il desiderio di Pausania di collegare lo scultore di Delfi con un artista noto (Marcadé). P. come allievo di Kallimachos intende D. v. Buren, che vede in alcuni rilievi neoattici con la triade apollinea le derivazioni dal frontone orientale dell'Apollonion di Delfi.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte d. gr. Künstler, I, Stoccarda 1889, p. 173; D. v. Buren, Praxias, in Memoirs Amer. Ac. Rome, III, 1919, p. 91 ss.; J. v. Lorentz, in Thieme-Becker, XXVII, 1933, p. 354, s. v.; G. Lippold, in Handbuch, III, Monaco 1950, p. 243; id., in Pauly-Wissowa, XXII, 1954, c. 1748 ss., s. v.; J. Marcadé, Rec. Sign. Sculpteurs grecs, II, Parigi 1957, p. 110 ss.