PRASSIADE (Πραξίας, Praxĭas)
Scultore di Atene, fiorito nel sec. IV a. C., discepolo di Calamide. Eseguì parte dei complessi scultorei dei frontoni dell'Apollonion di Delfi, ma morì prima di aver compiuto la sua opera (Paus., X, 19, 4). Le sculture rappresentavano: Artemide, Latona, Apollo, le Muse, la discesa di Elio, Dioniso e le Tiadi. Sul tipo e lo stile di queste figure nulla sappiamo. La cronologia di P. è sicuramente determinabile, in base ai suoi lavori all'Apollonion delfico. Di questo tempio si possono registrare due costruzioni: la prima, più antica, era completa alla fine del sec. VI; e che fosse ancora in piedi nel 487 a. C. lo attesta Pindaro (Pyth., VII, 8); la decorazione dei frontoni era opera forse di Antenore. Il tempio rovinò nel 373 a. C. e fu ricostruito; in questa seconda fase rientra l'attività di P. Per conseguenza, il maestro di P. non può essere stato il Calamide prefidiaco, ma il Calamide iunior, a meno che non si tratti di qualche errore di Pausania o di qualche alterazione del testo originario.
Si conoscono altri due scultori di questo nome, l'uno che lavorò al fregio dell'Eretteo sulla fine del sec. V, ma che poté essere anche un semplice scalpellino, l'altro che ci è conosciuto da due firme, rinvenute a Delo e nell'Anfiareo di Oropo, e che si può datare alla seconda metà del sec. IV: può darsi che l'uno o l'altro dei due sia da identificare con il più noto.
Bibl.: J. Overbeck, Schriftq., Berlino 1868, p. 857; H. Brunn, Griech. Künstlergesch., I, Stoccarda 1889, par. 247; J. v. L., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVII, p. 354; E. Loewy, Inschriften griech. Bildhauer, Lipsia 1885, n. 127 e 146.