pradesco
agg. (iron.) Tipico dell’originalità stilistica della casa di moda Prada.
• Viva il fascino discreto della banalità. È il massimo dello chic. Parola di Prada che ha lavorato su un concetto ben preciso: «Rendere figo (sic) il guardaroba classico». Stravolgendo nelle proporzioni quei capi d’uso quotidiano così stravisti da diventare invisibili. Una bella sfida: «Perché essere normali e anche di moda è la cosa più difficile che ci sia». Normalità pradesca, s’intende, dove nulla è anonimo. (Antonella Amapane, Stampa, 18 gennaio 2010, p. 19, Cronache Italiane) • Ovunque bauli, bauletti e bauloni, cappelliere e valigione e valigette. L’apoteosi: in canguro, visone, pelle, camoscio e velluto ricamatissimi. Un certo non so che di pradesco c’è. Ma [Marc] Jacobs, idealmente fa spallucce, e alla sfilata successiva eccolo in prima fila ‒ tunica polo, scarpe inglesi e sciarpina ‒ dalla sua adorata Miuccia (Prada, giustappunto) verso la quale non ha mai nascosto un’ammirazione incondizionata, (Paola Pollo, Corriere della sera, 8 marzo 2012, p. 31, Cronache) • Questa stagione lo show è misto, ma sono le donne, inevitabilmente, ad attrarre l’attenzione. Sono signore, nel senso letterale e pradesco del termine: donne consapevoli del proprio ruolo e della propria presenza. (Angelo Flaccavento, Sole 24 Ore, 25 settembre 2016, p. 16, Impresa & territori).
- Derivato dal nome proprio Prada con l’aggiunta del suffisso -esco.
- Già attestato nella Stampa del 28 marzo 1999, p. 15, Interno (Maria Laura Rodotà).