POZZO di BORGO, Carlo Andrea, conte
Uomo politico, nato a Alata (Aiaccio) l'8 marzo 1764, morto a Parigi il 15 febbraio 1842. Studiò all'università di Pisa. Deputato all'assemblea legislativa (1791) e procuratore generale sindaco in Corsica (1792), fu tra i partigiani del Paoli contro i giacobini e quindi anche contro i Bonaparte. Quando l'isola si diede agl'Inglesi, divenne presidente del consiglio di stato nel governo di sir Gilbert Elliot. Nel 1796, tornati i Francesi, riparò, per Portoferraio, Roma e Napoli, a Londra, dove s'iniziò alla carriera diplomatica a servizio delle potenze alleate contro la Francia. Nel 1799 era a Vienna, nel 1801 a Roma, nel 1804 a Pietroburgo. Lo zar Alessandro lo fece allora suo consigliere privato e lo mandò a Vienna e a Napoli durante la guerra della terza coalizione, poi (1807) ai Dardanelli a negoziare la pace coi Turchi; ma dovette licenziarlo dopo Tilsit per compiacere Napoleone. Il P. si stabilì quindi a Vienna e vi rimase sino alla pace di Schönbrunn. Costretto ad andarsene anche di lì, peregrinò a Costantinopoli, a Smirne, nella Siria, a Malta, e si ridusse infine a Londra (ottobre 1810). Il 4 aprile 1813 raggiunse lo zar a Kalisz, e fu poi presso il Bernadotte sino all'ottobre. Nel dicembre, da Francoforte, fu mandato in missione in Inghilterra, ma tornò presto, stette al fianco dello zar durante la campagna del 1814, e con lui entrò in Parigi il 31 marzo. Per pochi giorni fece allora parte del governo provvisorio; poi, col titolo d'inviato straordinario e ministro plenipotenziario, accompagnò da Londra a Parigi Luigi XVIII e di concerto con lui distese la dichiarazione di Saint-Ouen. Assistette poi al congresso di Vienna e, dopo i Cento giorni, fu a Gand presso lo stesso Luigi XVIII, col quale fece ritorno a Parigi. Quivi il P. rimase da allora, come rappresentante dello zar, per circa 20 anni: nel 1818 fu ad Aquisgrana, nel 1820 a Troppau, nel 1821 a Lubiana e a Napoli, nel 1822 a Verona, nel 1823 a Madrid. Partigiano costante d'una moderata libertà, onde contro gli ultra sostenne il Richelieu e il Martignac, lavorò, dopo il 1830, a fare di Luigi Filippo un elemento d'ordine in Europa. In quel tempo fu in missione a Berlino, a Vienna e a Monaco. Nel gennaio 1835 fu trasferito all'ambasciata di Londra, ma nel 1839, chiesto e ottenuto il riposo, tornò a Parigi e quivi trascorse i suoi ultimi anni. Diplomatico di razza, colto, intelligente ed attivo, il P. fu uno dei più implacabili avversarî di Napoleone, ma non è facile dire se e fino a qual punto i rancori personali abbiano influito sui suoi sentimenti politici. Lomunque, a parte gli anni trascorsi tra i tumulti della Corsica, egli seguì da vicino, per un quarantennio, la vita politica europea e su ciascuna grande questione disse, ascoltato, la sua parola; il che lascia intendere abbastanza il valore storico della sua corrispondenza epistolare. Nel marzo 1821, trovandosi a Firenze, confortò Carlo Alberto nei suoi giorni tristi e si adoprò poi a suo favore nel congresso di Verona.
Bibl.: M. Capefigue, Les diplomates européens, Milano 1844; Uvorow, Stein et P. di B., Pietroburgo 1846; A. Maggiolo, Corse, France et Russie, P. di B., Parigi 1890; Corresp. diplomat. du comte P. di B. et Nesselrode, ivi 1890-1897, voll. 2 e bibl. ivi cit. Inoltre: A. Ambrosi, La révolution et le Corse. Lettres inédites de P. di B., in Revue de la Corse, 1933-1934.