Potsdam
Città della Germania, capitale del Brandeburgo. Centro di origine slava già ricordato nel sec. 10°, fu riconosciuto città nel sec. 14°, ma acquistò importanza specie dal sec. 17°, quando divenne residenza dei re di Prussia. Situata in una zona collinosa, abbellita da boschi e dalle acque del fiume Havel, che vi forma alcuni laghi, cominciò a svilupparsi a opera del grande elettore Federico Guglielmo, secondo un piano urbanistico di ispirazione olandese. La definitiva sistemazione di P. si deve a Federico il Grande; successivi ampliamenti si ebbero nel sec. 19°. La città fu gravemente danneggiata durante la Seconda guerra mondiale.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale si tenne a P. la prima grande conferenza internazionale che cominciò a esaminare i problemi della pace (17 luglio-2 ag. 1945). Intervennero i rappresentanti delle grandi potenze vittoriose, Churchill, Stalin e Truman, con i rispettivi ministri degli Esteri. Fu decisa la creazione di un Consiglio dei ministri degli Esteri, espressione del direttorio mondiale di USA, URSS, Gran Bretagna, Francia e Cina, con l’incarico di sovrintendere all’elaborazione dei trattati di pace. L’URSS ottenne che il trattato con l’Italia fosse legato ai trattati con Ungheria, Bulgaria, Finlandia e Romania, decisione gravida di conseguenze nella questione di Trieste. Il tentativo sovietico di insediarsi nel Mediterraneo si scontrò con l’ostilità britannica; alla Polonia furono attribuiti in amministrazione i territori a E dell’Oder-Neisse, mentre Königsberg e una parte della Prussia orientale furono annessi all’URSS. Quanto alla Germania, le potenze vincitrici si accordarono sulla smilitarizzazione, lo smantellamento industriale, la denazificazione; inoltre fu deciso di evitare la formazione di un governo centrale tedesco, indirizzando la vita pubblica verso un non meglio chiarito «decentramento». Gli accordi presi a P. si rivelarono caduchi di lì a pochi mesi.