POTNΙΕ (Πότνιαι, Ποτνιαί)
Antico sito della Beozia, corrispondente all'incirca all'attuale villaggio di Tachi, situato all'estremità settentrionale della Parasopia, c.a 2 km a SO dal centro dell'attuale città di Tebe o dell'antico Kadmèion. All'epoca di Pausania (IX, 8, I) l'antichissima cittadina, posta lungo la strada che da Platea conduceva a Tebe a una distanza di 10 stadi da quest'ultima, era già in rovina. Tra i suoi ruderi si trovava un boschetto sacro a Demetra e Kore, venerate sotto il nome di Pòtniai o Potniàdes e nelle vicinanze era una fonte che aveva la proprietà di «render folli le cavalle del luogo che avessero bevuto delle sue acque» (Paus., IX, 8, 2) come ricordano oltre a Pausania, tutti gli autori antichi che menzionano Potnie. Oltre al Periegeta solo altre due fonti antiche si occupano della posizione di P.: Strabone (IX, 408-409) ed Eliano (Nat. an., XV, 25); secondo Strabone (IX, 412) alcuni identificavano P. con l'omerica Hypothèbai (Hom., II., n, 505).
H. N. Ulrichs dava notizia dell'esistenza nel villaggio di Tachi di blocchi lavorati provenienti da costruzioni antiche. Agli inizi di questo secolo l'allora Eforo delle Antichità, N. Papadakis, aveva scavato a SO di Tebe, sulla strada verso Platea, sedici tombe (tredici con pira in situ e tre con copertura di tegole) datate dal VI al III sec. a.C. Contenevano vasi a figure nere, principalmente skỳphoi, per la maggior parte di fattura piuttosto scadente, a eccezione di un bell'esemplare con la raffigurazione di un frantoio.
Nel villaggio di Tachi è stata rinvenuta (1963) la gamba (lungh. m 0,47) di una statua arcaica di marmo, ora al museo di Tebe. Nel 1971 una profonda trincea effettuata in un grande fondo agricolo rivelava la presenza di alcune tombe del IV sec. a.C., con frammenti di vasi e di due o tre statuette in terracotta. Nello stesso terreno (fondo S. Laliotou) sono stati condotti nel 1973 saggi di scavo che hanno messo in luce le fondazioni in blocchi lavorati di edifici rettangolari; le strutture, rinvenute nella trincea M, misuravano all'esterno m 7,80 X 4,80. Dentro e intorno all'edificio si rinvennero vasi acromi e una ventina di statuine di tipi diversi, principalmente del V sec. a.C.: il caratteristico tipo beotico dell'efebo nudo stante, recante un himàtion sulle spalle, che sorregge nella mano sinistra un galletto o una lepre (440-420 a.C.); il tipo della dea in trono, degli inizi dell'età classica; quello del fanciullo in ginocchio (primo quarto del V sec.); del pastorello con pilos conico (metà del V sec.); della fanciulletta seduta (fine del V sec.); della colomba, ecc. In epoca ellenistica si colloca la figurina di fanciullo nudo seduto su uno sgabello. A 12 m a O dell'edificio e a una profondità di appena 0,20 m, è stata scoperta, in frammenti, una grande anfora del Tardo Protogeometrico, ornata sulla spalla con quattro gruppi di cerchi concentrici.
Su tutta la superficie del fondo agricolo si sono raccolti sistematicamente molti frammenti di vasi, che coprono un arco di tempo dal Tardo Geometrico all'età ellenistica. Il Tardo Geometrico è rappresentato da kàntharoi, skỳphoi, anforischi, pissidi e altri vasi dipinti, nonché da una splendida oinochòe a bocca trilobata eseguita a mano che reca una ricca decorazione incisa. La seconda metà del VI, il V e il IV sec. a.C. sono rappresentati da pochi vasi a figure nere e a figure rosse e da abbondanti frammenti di vasi a vernice nera, principalmente kàntharoi di diversi tipi e skỳphoi, molti dei quali recano sul fondo una decorazione impressa a stampo. Palmette impresse sono presenti anche sul fondo di uno skỳphos acromo. Nell'ultimo trentennio del V sec. e nel primo del IV si datano i frammenti di vasi beotici a palmette, principalmente kỳlikes e poche pissidi. Alcuni frammenti sono pertinenti a vasi nello stile detto «delle Pendici Occidentali» (v.). Fra i rinvenimenti di piccoli oggetti vi sono pesi da telaio in terracotta e pesi in piombo con decorazione a rilievo, spilloni in bronzo, frammenti di vasi in bronzo.
La maggior parte dei vasi e delle figurine trovano confronti nelle tombe di Ritsona, di Tanagra, di Lokris Exarchou e di Acraifia. Probabilmente l'area esplorata nei saggi di Tachi venne utilizzata nel corso dei secoli come necropoli. Scavi condotti a Tachi nel 1992 (Andreiomenou) hanno messo in luce ventisei tombe contenenti numerosi vasi del Tardo Geometrico e dell'età arcaica.
Bibl.: H. N. Ulrichs, Reisen und Forschungen in Griechenland, II, Berlino 1863, pp. 12-13; Ν. Papadakis, in Prakt, 1911, p. 140; Ρ. Lazaridis, in ADelt, XIX, 1964, Β ' Chron., p. 201, tav. CCXL (gamba di statua arcaica); Α. Κ. Andreiomenou, Recent Work in Boiotia, 1. A. Takhi, in Teiresias, IV, 1974, pp. 2-7; ead., Ερευναι και τυχαία ευρήματα εν Βοιωτία, in AEphem, 1976, Chron., pp. 12-17, 21 tavv. VII-XVI; P. W. Wallace, Strabo's Description of Boiotia: a Commentary, Heidelberg 1979, pp. 93-94; R. J. Buck, A History of Boeotia, Alberta 1979, p. 14, nota 130; A. K. Andreiomenou, Πρωτογεωμετρικος αμφορευς εκ Ταχι Θηβων, in Στηλη. Τομος εις μνημην Ν. Κοντολεοντος, Atene 1980, pp. 292-294, tavv. CXXVII-CXXIX; Ν. Papachatzis, Παυσανιου Ελλαδος περιηγησις, Θ. Βοιωτικα και Φωκικα, Atene 1981, pp. 63-69; J. Fos- sey, Topography and Population of Ancient Boiotia, Chicago 1988, pp. 208-210; A. K. Andreiomenou, Γεωμετρικοι και αρχαϊκοι ταφοι απο το Ταχι Θηβων, in AEphem, in corso di stampa.