RISOLUTIVO, POTERE
. Il potere risolutivo di uno strumento ottico (lente, cannocchiale, microscopio) caratterizza la capacità dello strumento di distinguere i particolari dell'oggetto osservato. Per es., se osserviamo mediante un telescopio due stelle molto vicine, vedremo le due stelle come punti luminosi distinti solamente se la distanza angolare tra le due stelle è superiore a un certo limite. Questa minima distanza angolare viene presa come misura del potere risolutivo o meglio del suo reciproco. Così, p. es., il potere risolutivo teorico (v. appresso) di un telescopio di m. 2,50 di diametro (Mount Wilson) corrisponde a circa 0,06″.
Analogamente, due punti estremamente vicini, esaminati al microscopio, ci appariranno come un punto solo, se la loro distanza non è superiore a un certo limite. Questo limite viene chiamȧto potere risolutivo del microscopio.
Anche per gli strumenti spettroscopici (prisma, reticolo, ecc.) si può definire un potere risolutivo, che caratterizza la capacità dello strumento di distinguere due radiazioni monocromatiche aventi lunghezza d'onda molto vicine. Più precisamente si chiama potere risolutivo il rapporto
indicando con Δλ la minima differenza di lunghezza d'onda, per cui le due radiazioni vengono ancora distinte.
Il potere risolutivo di uno strumento ottico può essere in generale determinato da varî fattori; se, p. es., l'immagine viene registrata fotograficamente, viene posto un limite alla risoluzione dalla granulosità delle lastre; un altro limite può esser posto dai difetti ottici (aberrazioni) dello strumento. Tuttavia in uno strumento ottico di alta qualità i limiti ora citati hanno scarsa importanza, e il potere risolutivo viene portato fino al limite teorico dato dalla diffrazione (v. interferenza e diffrazione; microscopio). Questo limite segue dal fatto che anche se lo strumento è otticamente perfetto, l'immagine di un punto non è mai un punto ma un cerchietto (circondato da anelli di diffrazione), il cui diametro è proporzionale alla lunghezza d'onda della luce impiegata e inversamente proporzionale al diametro dell'obiettivo o all'"apertura numerica" del medesimo, secondo che si tratta di un cannocchiale o di un microscopio. Due punti appaiono come distinti solo se la distanza dei centri delle loro immagini non è inferiore al raggio del cerchietto. Di qui la convenienza di usare luce di piccola lunghezza d'onda (luce ultravioletta nella microfotografia) e obiettivi di grande apertura.