POTENZIANI SPADA VERALLI, Lodovico
POTENZIANI SPADA VERALLI, Lodovico. – Nacque a Rieti il 19 agosto 1880 da Giovanni Potenziani e da Maria Spada Veralli.
Ebbe tre sorelle, Maria Beatrice (1873-1959), Maria Angelica (1874-1919) e Dolores, morta pochi giorni dopo la nascita.
Discendente da una nobile famiglia reatina del Quattrocento, il principe Lodovico aveva ereditato il cognome e il titolo dai Potenziani, la cui linea maschile si era estinta con la morte dell’omonimo bisnonno (1784-1854). Una figlia, Sofia, sposò Enrico Grabinski, conte bolognese di origine lituana, la cui famiglia era giunta in Italia con l’esercito napoleonico; nel 1887, il figlio di questi, Giovanni (1850-1899), fu autorizzato ad assumere il cognome materno. Nel 1872 Giovanni aveva sposato Maria Spada Veralli, da cui nacque Lodovico, il quale ereditò anche i cognomi della madre.
Dopo studi da privatista, Potenziani Spada Veralli frequentò il liceo di Rieti, ma non risulta che si sia mai iscritto all’università. Dagli inizi del Novecento presiedette il Comizio agrario sabino, che promosse campi sperimentali per studiare i fertilizzanti chimici allo scopo di elevare la produzione del grano Rieti originario, all’epoca tra i migliori in Europa.
Entrò così in contatto con Nazareno Strampelli (1866-1942), il tecnico agrario che sviluppò la ricerca sulla resa del grano italiano. Con l’avvento del fascismo, Potenziani e Strampelli vennero a trovarsi in sintonia con la politica del regime, culminata nella ‘battaglia del grano’. Nel 1928 Benito Mussolini premiò l’attività di ricerca agraria di Potenziani con una medaglia d’oro e con un diploma, e il 26 febbraio 1929 nominò senatori del Regno sia lui sia Strampelli.
Nel 1903 Lodovico sposò l’allora ventenne contessa veneziana Maria Maddalena Papadopoli, poi Papadopoli Aldobrandini (1883-1961), dalla quale ebbe due figli: Maria (1903) e Giovanni (1909, ma morto pochi giorni dopo la nascita).
Dopo la perdita del figlio, Maria Maddalena tornò sempre più spesso a Venezia; già a partire dal 1910 la coppia era di fatto separata. Se il principe riprese a frequentare signore della buona società locale, la principessa ebbe una relazione stabile con Giuseppe Lanza Branciforte di Trabia, giovane diplomatico, sottosegretario alla Guerra e deputato, dal quale ebbe due figli. Intenzionati a sciogliere il matrimonio, i due coniugi si recarono a Fiume, dove il divorzio era ammesso e nel 1922 lo ottennero. Poiché Potenziani voleva anche l’annullamento rotale, avanzò domanda, ma la Sacra Rota respinse la richiesta: pertanto, divorziati dal punto di vista civile, i due erano ancora regolarmente coniugati dal punto di vista religioso.
Nel 1908 Potenziani assunse la presidenza della Società aeronautica italiana e la vicepresidenza della Fédération aéronautique international. Nel 1911 fu nominato vicepresidente del Comitato nazionale per l’Esposizione di Roma. Partecipò alla Grande Guerra come ufficiale del Genio aeronautico. Dopo il conflitto ebbe anche diversi incarichi di vertice in ambito sportivo, nel CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), nel Jockey club italiano, nell’Unione ippica italiana.
Dal punto di vista politico, l’attività di Potenziani fu altalenante: candidato nazionalista nelle elezioni del 1912 per il collegio di Cittaducale, nonostante l’appoggio dei cattolici fu nettamente battuto dal candidato ministeriale uscente; nelle elezioni del 1924 gli fu preferito, a rappresentare Rieti, Valentino Orsolini Cencelli, di Magliano Sabina, uno dei maggiori esponenti dello squadrismo locale e commissario di governo dell’Opera nazionale combattenti. Tuttavia, anche senza incarichi particolari, Potenziani ebbe un ruolo attivo nello sviluppo di Rieti e del suo territorio. Nel 1915 organizzò i soccorsi per il terremoto della Marsica, che aveva colpito Avezzano e numerosi centri del Reatino; nel 1923 si adoperò per l’alluvione che interessò la zona di Rieti e, in quella circostanza, incontrò per la prima volta Mussolini, al quale consegnò un lungo elenco di provvedimenti indispensabili per il territorio, alcuni dei quali vennero avviati già l’anno successivo. Fra il 1928 e il 1931 furono realizzate le opere idrauliche per evitare altre inondazioni e bonifiche della piana sabina; fu inoltre creata una fabbrica di seta artificiale a Rieti, che portò occupazione anche nella provincia. Dieci anni dopo fu la volta della funivia del Terminilluccio, la cui costruzione fu realizzata da Potenziani e dal conte Giambattista Caproni, imprenditore e pioniere dell’aeronautica militare e civile italiana.
Nel frattempo, nel Consiglio dei ministri del 6 dicembre 1926, Rieti venne eretta a provincia e Potenziani fu nominato governatore di Roma. Il principe proseguì l’opera del suo predecessore, Filippo Cremonesi, in particolare sistemando la pavimentazione di molte strade del centro e concludendo l’edificazione del quartiere della Garbatella; avviò, inoltre, i lavori della via del Mare, continuò l’attività di restauro e di scavo nelle aree archeologiche della città, salvaguardandole dalle mire edilizie private. Importanti furono anche le iniziative volte a isolare il Campidoglio, la realizzazione dell’aeroporto del Littorio e la risistemazione del Teatro dell’Opera. Speciale rilievo politico ebbero in quegli anni le visite a Roma del sindaco di New York, James J. Walker, e del lord major di Londra, Georges Blades, rispettivamente nel settembre e nell’ottobre del 1927. Potenziani operò affinché queste occasioni incoraggiassero nuovi contatti con il mondo anglosassone – con il quale il principe si trovava in particolare sintonia – legittimando così il regime a livello internazionale.
Era interessata a tali contatti anche l’influente lobby americana filoitaliana all’interno della quale era maturato il prestito accordato, nello stesso anno, dalla banca Morgan per lavori pubblici da realizzarsi a Roma e a Milano. Visti gli ottimi risultati raggiunti, d’accordo con Mussolini, Potenziani organizzò per i primi di maggio e per il giugno 1928 la restituzione delle visite, dapprima negli Stati Uniti, quindi in Inghilterra.
A New York gli fu riservata una grandiosa e coloratissima ticket-tape parade, alla quale parteciparono oltre cinquemila persone; nei giorni successivi, oltre a una fitta rete di appuntamenti economici e politici, fu anche ospite del presidente, Calvin Coolidge, e di un’ampia rappresentanza della classe politica statunitense. A Londra, oltre al primo cittadino della capitale britannica, incontrò esponenti della vita politica inglese e fu ricevuto dal re Giorgio V, che lo nominò cavaliere di gran croce dell’Impero britannico. A differenza del viaggio negli Stati Uniti, quello a Londra fu scarsamente seguito dalla stampa italiana: la tragedia del dirigibile Italia occupava le prime pagine dei giornali; tuttavia, non è escluso un intervento dello stesso Mussolini per minimizzare le notizie del viaggio a Londra. In effetti, i primi di settembre, Potenziani fu informato dalla Segreteria del duce di avere rassegnato le dimissioni da governatore e che queste erano state accettate da Mussolini. Non furono estranei a tale decisione la notorietà internazionale che il principe aveva acquisito con i due viaggi, gli alti costi della via del Mare, gli scontri con l’allora ministro Michele Bianchi sulla gestione dei lavori pubblici della capitale, nonché l’opposizione vaticana per una fontana, ritenuta oscena, collocata di fronte a una chiesa nel quartiere Prati.
La nomina a senatore del Regno, nel 1929, confermò tuttavia i buoni rapporti con Mussolini e fece del principe una sorta di ambasciatore italiano, soprattutto nel mondo anglosassone. Nel 1931 presiedette il Comitato delle onoranze a George Washington; nell’estate del 1932 fu incaricato di organizzare la partecipazione italiana alla Esposizione internazionale di Chicago (1933-34), alla quale Mussolini attribuiva una notevole importanza per l’immagine del regime; il bilancio per l’Italia, modesto dal punto di vista commerciale, fu politicamente un successo: la trasvolata di Italo Balbo, la visita di Guglielmo Marconi e l’inaugurazione del monumento a Cristoforo Colombo fecero da cornice alla presenza italiana a Chicago, come provò la straordinaria attenzione della stampa americana. Potenziani fu inoltre ricevuto in due occasioni dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt.
Alla fine del 1933 fu nominato presidente dell’Istituto internazionale di agricoltura (l’odierna FAO), dove rimase solo sedici mesi, dall’ottobre 1933 al febbraio 1935, potenziandone la dimensione internazionale; i dissapori con il ministro dell’Agricoltura, Giacomo Acerbo, gli furono fatali e lo stesso Acerbo lo sostituì alla presidenza.
La nuova liquidazione segnò la sua fine politica e, per altro, l’alleanza con la Germania nazista lo convinse che il fascismo si stava sempre più allontanando dai propri riferimenti culturali, conservatori e risorgimentali. Tre giorni prima del 25 luglio 1943, su iniziativa di Paolo Thaon di Revel, 62 senatori, tra i quali Potenziani, firmarono un appello al popolo affinché si stringesse intorno al sovrano.
Nel dopoguerra, decaduto da senatore del Regno, cercò di reinserirsi nella vita politica candidandosi, senza successo, nelle liste del Partito nazionale monarchico nelle elezioni politiche del giugno 1953.
Nel 1948 sposò la contessa Sita Halenke, nobile di origine boema.
Morì a Roma l’8 agosto 1971.
Sull’esperienza al Governatorato scrisse Ventidue mesi Governatore di Roma. Novembre 1926 - Settembre 1928, Roma 1928 (II ed. 1929).
Fonti e Bibl.: Presso l’Archivio di Stato di Rieti è presente un Archivio Potenziani, incompleto in quanto molti dei documenti relativi al principe sono andati perduti o si trovano tuttora in mano a privati.
L’unica biografia è quella di A. Di Nicola, Da Rieti a Chicago. La biografia di un realizzatore: L.S.P., Rieti 2002 (II ed. 2009). Sul periodo da governatore si veda P. Salvatori, Il governatorato di Roma. L’amministrazione della capitale durante il fascismo, Milano 2006, ad indicem.