POTAMONE (Potamon, Ποτάμων)
Figlio del filosofo Lesbonatte, nacque in Mitilene probabilmente verso il 15 a. C. Datosi allo studio della retorica, divenne famoso fra i suoi concittadini e per la sua valentia nel declamare e per la sua attività politica per cui fu chiamato "padre della patria", onore rarissimo presso i Mitilenei. Partecipò al governo della città; andò con l'ambasceria di cui faceva parte anche Crinagora in Roma per rinnovare il trattato di alleanza con Roma, distinguendosi come oratore (magnus declamator, Seneca, Suas., 2, 15) e acquistandosi la simpatia dell'imperatore Tiberio che lo rimandò in patria con una commendatizia speciale. A Roma ascoltò anche Sozione, maestro di Seneca (Plut., Alex., 61), gareggiò con Teodoro, maestro di Tiberio, e con Antipatro. Morì novantenne, circa il 75 d. C. Compose discorsi retorici (come l'Encomio di Bruto e Sul perfetto oratore) e storici (come lo scritto Su Alessandro Magno e Sul territorio dei Sami. I frammenti in Müller, Fragm. hist. gr., III, 505.
Bibl.: F. Susemihl, Gesch. d. gr. Liter. in der Alexandrinerzeit, II, Lipsia 1892, 512, segg.