POTAMONE di Alessandria
Filosofo dell'età augustea, capo di una piccola scuola eclettica (il nome di εκλεκτικὴ αἵρεσις, eclectica secta, sembra anzi fosse da essa assunto ufficialmente).
Nulla è rimasto dei suoi scritti, per quanto si sappia che compose almeno un Compendio (Στονχείωσις) e un commentario alla Repubblica di Platone: le sole notizie che si hanno di lui derivano da Diogene Laerzio (prooem., 21) e dal lessico di Suida (s. v. Ποτάμων 'Αλεξανδρεύς). Il tono fondamentale della filosofia esposta nel Compendio era stoico, ma non senza attenuazioni in senso peripatetico; e che l'eclettismo di P. accogliesse in sé anche elementi platonici appare probabile dato il fatto che egli compose il commento alla Repubblica. Tra le poche tesi filosofiche che Diogene Laerzio ricorda di lui (questioni della verità dei principî, del fine della vita) la più interessante è quella concernente il problema del criterio della verità, in cui P., approfondendo il concetto stoico della "fantasia catalettica", distingue in esso un principio soggettivo e agente (ὑϕ'οὗ), costituito dall'attività "dominante" dello spirito (lo ἡγεμονικόν), da un principio oggettivo e strumentale (δι'οὗ), costituito dall'evidenza intrinseca della rappresentazione.
Bibl.: E. Zeller, Philosophie der Griechen, III, i, 5ª ed., Lipsia 1923, p. 639 segg.; III, ii, 5ª ed., Lipsia 1923, p. 500; H. Diels, Doxographi Graeci, Berlino 1879 (rist. fotogr. 1929), p. 81.