postsecolare
(post secolare), agg. Successivo a un periodo improntato a una visione laicista.
• Il cardinale [Angelo] Scola aveva osservato come il nostro tempo postsecolare veda pullulare, e non solo più «nelle aule accademiche o nei laboratori degli scienziati», domande inquietanti come: «da dove vengo?», «dove vado?», «chi sono?», «perché vivo?», «perché soffro?», «che cosa è la morte?», «che cosa c’è dopo la morte?», eccetera. (Angiolo Bandinelli, Foglio, 14 ottobre 2010, p. 2) • Insisto lavoriamo per una consapevolezza comune, di uomini e di donne, di culture politiche diverse tra loro, perché proprio su questioni così profonde come questa, che vede in gioco la fragilità dei soggetti e dei rapporti tra i sessi nelle società post secolari, gli orientamenti laici si incontrino pienamente con i principi cristiani in nome di un umanesimo che può trovare proprio in un nuovo umanesimo femminile i fondamenti per un agire davvero efficace. (Emma Fattorini, Unità, 18 maggio 2013, p. 16, Comunità) • Il cardinal [Josef] Ratzinger, nel suo discorso di Monaco di Baviera (2004), manifesta un «forte accordo con quanto ha esposto Habermas su una società “postsecolare”, sulla disponibilità ad apprendere e sull’autolimitazione da entrambi i lati», e avanza la proposta di «una necessaria correlatività tra ragione e fede, ragione e religione, che sono chiamate alla reciproca purificazione e al mutuo risanamento, e che hanno bisogno l’una dell’altra e devono riconoscersi l’una l’altra». (Rosino Gibellini, Avvenire, 4 giugno 2014, p. 21, Agorà).
- Derivato dall’agg. secolare con l’aggiunta del prefisso post-.
- Già attestato nella Repubblica del 9 dicembre 2001, p. 38, Cultura (Franco Volpi).