post-
[dalla prep. lat. post «dopo», «dietro», già impiegata con funzione prefissale]. – Prefisso usato molto più frequentemente per esprimere 'posteriorità nel tempo’ e con funzione prepositiva rispetto alla base lessicale alla quale si unisce, che può essere un aggettivo (come in postbipolare «successivo al cambiamento degli equilibri politici internazionali, dopo il venir meno della netta contrapposizione tra Russia e Stati Uniti d'America», postgenomico «relativo alla ricerca biologica successiva alla determinazione della mappatura completa dei cromosomi umani» e postreferendario «successivo a una consultazione referendaria») o, sempre più spesso, un sostantivo (come in postattentato «relativo alla fase successiva a un attentato», postfusione «successivo alla fusione tra due società o gruppi finanziari», postinfarto «il periodo immediatamente successivo a un infarto; successivo a un infarto», postvacanze «che segue immediatamente la fine delle vacanze»). Quando è premesso a sostantivi, il prefisso può dar luogo a neoformazioni con funzione aggettivale, come documentato dagli esempi precedenti, contravvenendo alla consuetudine che la base lessicale e il suo derivato prefissato appartengano alla stessa classe grammaticale. Nella prosa giornalistica e nel linguaggio dei mezzi d’informazione, è sempre più produttivo il conio di neoformazioni deonomastiche con il prefisso post-, come nei s. m. e agg. inv. post-‛Arafāt «fase successiva all'uscita di scena di Yāsir ‛Arafāt (1929-2004); successivo a Y. ‛Arafāt» e post-Saddam «fase successiva alla caduta del regime di Saddam Hussein (1937-2006) in Iraq; successivo alla caduta del regime di S. Hussein».