post-crisi
(post crisi), s. m. e f. e agg. inv. Fase successiva a un periodo di crisi; successivo a un periodo di crisi.
• Sotto le insegne delle decine e decine di banche che svettano dai grattacieli di Tokyo si nasconde l’ultimo tesoro rimasto al sicuro (per ora) dalla drammatica crisi mondiale. Gli anni duri della ristrutturazione post crisi ’97 in Giappone hanno creato un sistema finanziario più solido che ora può permettersi di piantare le sue bandierine sui cadaveri eccellenti del capitalismo «ancien régime», come Lehman Brothers e Morgan Stanley. (Francesco Spini, Stampa, 8 ottobre 2008, p. 33, Economia) • [Carlos] Menem riuscì a eliminare il divieto di rielezione. Il limite di due mandati consecutivi, però, è rimasto. E da allora nemmeno i Kirchner sono riusciti a cancellarlo. In realtà, Néstor e Cristina ‒ che hanno egemonizzato la politica argentina della post-crisi del 2001 ‒ avevano ideato un escamotage per aggirarlo: la candidatura alternata. (Lucia Capuzzi, Avvenire, 11 febbraio 2014, p. 3, Idee) • Milano è anche la città in cui i cambiamenti culturali e di stili di vita legati al post crisi sono più visibili, basta pensare al successo del car sharing o ai risultati di Airbnb che durante la Settimana del design ha conosciuto un eccezionale successo, senza peraltro mettere a repentaglio l’occupazione delle camere negli hotel tradizionali. (Dario Di Vico, Corriere della sera, 6 maggio 2016, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal s. f. inv. crisi con l’aggiunta del prefisso post-.
- Già attestato nella Stampa del 2 gennaio 1949, p. 3 (Carlo Maria Franzero).
> dopo-crisi.