Vedi PORTO BADISCO dell'anno: 1973 - 1996
PORTO BADISCO
Il luogo, a circa km 10 a S di Otranto, è fra i più suggestivi della penisola salentina e noto per la presenza di caverne preistoriche che si aprono nei dirupi delle sue sponde rocciose e frastagliate, come le vicine celebri grotte Romanelli e Zinzulusa.
Una nuova grotta è venuta in luce nel 1970, fin qui assolutamente sconosciuta a causa del materiale detritico che ne ostruiva l'imboccatura, la quale immette in un dedalo impressionante di lunghissimi corridoi sfocianti in ampie sale spesso invase dallo stillicidio millenario che, grondando lungo meravigliosi stalattiti, si raccoglie in pozzi e limpidi laghetti.
Ma l'importanza della caverna, che è stata denominata Grotta dei Cervi, non proviene solo dalle sue eccezionali caratteristiche speleologiche, ma dalla presenza insperata di una folta serie di raffigurazioni dipinte che costituiscono certamente il più cospicuo monumento di arte preistorica finora scoperto in Italia.
Le pitture della grotta si raggruppano sulle pareti delle sale più vaste, rivelando un loro carattere precipuamente sacrale suffragato dalla presenza di ceramiche ancora intatte raccolte dentro cavità proprio dinnanzi ai principali gruppi di figure: forse vasi di offerte!
Le figure sono trattate in nero, bruno e rosso e pur nella loro schematica ed elementare essenzialità, mostrano qualche carattere realistico, come nella scena dei cacciatori che tendono l'arco contro i cervi o in quella degli animali sorpresi dai cacciatori.
La maggior parte di queste espressioni grafiche rientra però nell'ambito delle raffigurazioni astratte, geometriche, spiraliformi e cruciformi in cui il Graziosi vede la progressiva schematizzazione, metamorfosi e dissociazione di soggetti realistici. La figura umana, ad esempio, si semplifica in un segno di croce.
Le pitture di P. B. sembrano risalire al Neolitico Medio, cioè alla seconda metà del IV millennio a. C., a giudicare dalla grande quantità di ceramica dipinta del tipo di Serra d'Alto, che ben s'inquadra col carattere meandro-spiralico di certi motivi ricorrenti nella grotta. Esse presentano significative affinità con altre pitture preistoriche coeve del bacino del Mediterraneo, come quelle dei ripari sotto roccia dell'Estremadura e della Sierra Morena, nella Spagna meridionale, dove analoghe espressioni d'arte primitiva, che compaiono con l'avvento delle civiltà agricole e pastorali dell'età neolitica, scaturiscono da una comune concezione della vita materiale che indulge al simbolismo magico e all'animismo.
Lo scavo nella grotta è appena all'inizio e la sua prosecuzione rivelerà di certo altri interessanti aspetti paletnologici, data l'ampiezza del campo di ricerca. Il compito della pubblicazione delle pitture è stato affidato al prof. Paolo Graziosi dell'Istituto di Antropologia dell'Università di Firenze. Lo scrivente condurrà lo studio e la pubblicazione dell'enorme massa di materiale vascolare, litico ed osseo raccolto dopo la completa esplorazione della grotta.