PORTIERA
. Specie di tenda che si pone dinnanzi alle porte, liscia o drappeggiata, con duplice scopo: pratico, per riparare dall'aria, dai rumori, ecc. e ornamentale. La stoffa di cui è formata può essere di varia specie: broccato, velluto, tappezzeria tessuta o ricamata, ecc. in armonia con la decorazione degli ambienti.
Il suo uso è molto antico, tanto che sembra risalire, oltre l'antichità romana, all'Oriente. Anticamente la portiera poteva anche non essere limitata al vano d'apertura della porta, ma stendersi più ampiamente come cortina per separare una stanza dall'altra (quando non vi erano divisioni murarie) o per dividere una stessa sala. Allora era sospesa su sostegni di legno o di ferro, mediante anelli scorrevoli, o appesa fra colonna e colonna quando le sale erano divise da colonnati. Così appare nei più antichi esemplari figurati: nel dittico detto del poeta e della Musa del duomo di Monza (sec. V), nel musaico di Teodora e la sua corte di S. Vitale di Ravenna, e nell'altro musaico figurante il palazzo di Teodorico in S. Apollinare Nuovo di Ravenna (sec. VI). Questo stesso uso è dimostrato da molte rappresentazioni dal sec. XII in poi (miniature, affreschi, sculture). Nelle sale di molti castelli francesi del Medioevo si vedono ancora grossi chiodi, che servivabo a tenere sospese queste grandi distese di stoffa, che a volte foderavano anche tutte le pareti di una stanza, lasciando solo un'apertura verticale per il passaggio in corrispondenza alla porta. L'uso della vera e propria portiera, limitata cioè al vanto della porta, è molto frequente in Italia durante il sec. XV (Annunciazione di un ignoto ferrarese della Pinacoteca di Dresda). Negl'inventarî delle collezioni medicee, rispettivamente del 1456 e del 1492, troviamo ricordate la prima volta sette, la seconda undici portiere di stoffa, decorate con armi e figure. Quest'uso si estese maggiormente nel sec. XVI, parallelamente al lusso e alla ricchezza delle decorazioni. A Firenze sembra aver particolarmente avuto un periodo di rara e austera magnificenza, quando, intorno alla metà del sec. XVI, costituitasi la fabbrica Medicea degli arazzi, che durò fino al principio del sec. XVIII, se ne eseguirono moltissime, su disegno dei più noti pittori del tempo.
Quasi tutte le portiere tessute ad arazzo fiorentine, su sfondo vario di architettura, cartelle, paese, ecc., rappresentano al centro gli stemmi delle varie famiglie, inquadrati da festoni e formelle. Un gran numero di queste portiere si conserva nei magazzini degli Uffizî - le più belle sono quelle con la serie degli "Elementi", eseguite nel 1718-20 da Antonio Bronconi su cartoni di Lorenzo del Moro e del Sagrestani - e in varie collezioni; una ricchissima è nell'appartamento reale di Palazzo Pitti, con lo stemma Medici-Toledo, eseguita nel 1552 su cartone del Bronzino, due nel Museo degli Argenti a Pitti, su disegno dell'Allori, con stemmi Medici-Asburgo, una del sec. XVII nel palazzo Vecchio di Firenze, quattro nel palazzo della deputazione provinciale di Firenze, una nel palazzo Chigi a Roma, sempre del sec. XVII, varie nel palazzo della prefettura di Firenze dei secoli XVII e XVIII, una alla biblioteca Laurenziana di Firenze, ecc. Nel sec. XVII, rispondendo al gusto fastoso del tempo, la portiera, usatissima, ebbe un carattere di ricchezza straordinaria nella preziosità delle stoffe, nell'esuberanza delle decorazioni di frange e galloni d'oro e si complicò di drappeggi (v. quelle del palazzo Mansi a Lucca, o ricordate negl'inventarî: p. es. in quello del cardinale Mazzarino del 1653, o quelle rappresentate, come nell'Annunciazione di Orazio Gientileschi nella Pinacoteca di Torino, o negli affreschi della sala della stufa a Pitti di Pietro da Cortona). Splendide per magnificenza erano le portiere delle camere di Luigi XVI e di Maria Antonietta, nel sec. XVIII, quando furono in uso anche le portiere ricamate e dipinte. Scomparso per poco tempo, durante l'Impero e la Restaurazione, l'uso della portiera ebbe una diffusione enorme nel sec. XIX, in Italia e fuori, non solo nelle dimore signorili, ma anche nelle case più modeste. Un gran numero di queste portiere, costituite da stoffe di tappezzeria analoga alle stoffe dei tendaggi o da velluti, sempre ampiamente drappeggiate e sollevate da un lato mediante cordoni con frange, si conserva ancora in uso, sebbene nelle case più moderne oggi, rispondendo al gusto semplificato dell'arredamento, la portiera sia quasi scomparsa.
Durante l'Ottocento la portiera fu spesso rappresentata dai pittori come sfondo di ritratto: come in quello splendido di Caterina II nel palazzo d'inverno di Pietrogrado, di G. B. Lampi, in quello di Maria Antonietta di G. Bezzuoli nella Galleria Moderna di Pitti, nell'altro di Luisa Corsini della coll. Corsini di Firenze di Pietro Benvenuti, ecc.
Bibl.: G. Viollet le Duc, Dict. du mobilier français, Parigi 1858, I, p. 271 segg.; P. Larousse, Grand dictionnaire universel, XII, ivi 1864, p. 1460; H. Havard, Dict. de l'ameublement, ivi s. a., IV, p. 522 segg.; E. Müntz, Les collections des Medicis au XVe siècle, Parigi 1888, pp. 28, 59; Catalogo della R. Galleria degli Arazzi, Firenze 1884, pp. x, xi e i, 7, 47, 73, 85; C. Conti, La prima reggia di Cosimo I De' Medici, ivi 1893, p. 231; id., Ricerche storiche sull'arte degli arazzi in Firenze, ivi 1876, pp. 82, 85.